Quella contro il coronavirus è sempre più una guerra, e allora le capitali europee sono pronte a schierare l’esercito. Germania, Gran Bretagna e Spagna hanno mobilitato i soldati che pattuglieranno le strade con compiti di ordine pubblico, ma anche per dissuadere chi ancora non ha capito, o non vuole capire, che deve restare chiuso in casa. E c’è anche chi, come Boris Johnson, dopo aver sottovalutato i rischi del contagio, ora corre disperatamente ai ripari. «Potremmo considerare ulteriori misure per Londra», ha annunciato ieri il premier inglese al termine del consueto briefing a Downing Street sull’emergenza coronavirus. Misure che potrebbero significare solo una cosa: la chiusura di Londra, il lockdown, l’isolamento della città con i soldati messi a presidiare le strade di ingresso e di uscita. Ventimila uomini sono già in stato di massima allerta «pronti – ha spiegato il ministro della Difesa Ben Wallace – a difendere la Gran Bretagna e i suoi cittadini da ogni minaccia, incluso il Covid-19».

Per la prima volta nella storia della Gran Bretagna da oggi le scuole e i college resteranno chiusi a tempo indeterminato, mentre si stanno decidendo restrizioni anche per quanto riguarda la metropolitana di Londra. Per ora Johnson ha escluso una sospensione totale del servizio, ma 40 stazioni sono già state chiuse mentre è prevista una riduzione anche della corse degli autobus. Decisione che, ha spiegato il sindaco Sadiq Khan, «permetterà ai lavoratori di effettuare solo i viaggi essenziali». I britannici sono stati inoltre invitati a non frequentare pub, ristoranti, negozi – per i quali non è però prevista nessuna chiusura – e a lavorare da casa per limitare i contagio del virus.

Oggi però verrà presentato un disegno di legge per aumentare i poteri degli agenti di polizia e dell’immigrazione che potranno trattenere le persone e di metterle in adeguate strutture di isolamento se lo riterranno necessario per tutelare la salute pubblica. «Sono certa che siamo all’altezza della sfida. Potete essere certi che la mia famiglia ed io saremo pronti a fare la nostra parte», ha detto ieri la regina Elisabetta in un messaggio inviato ai britannici dal Castello di Windsor dove si è trasferita da ieri.

FRANCIA. Nel Paese i contagi sono arrivati a 9.134 con 264 decessi e il presidente Emmanuel Macron preme perché le decisioni vengano prese in maniera rapida. Per questo il primo ministro Eduard Philippe ha presentato ieri al parlamento un disegno di legge per decretare l’«urgenza sanitaria» che consentirà al governo di far approvare tutti i provvedimenti per contrastare l’emergenza virus attraverso decreti per una durata di 12 giorni, comprese «massicce limitazioni alla libera circolazione». La Francia potrebbe anche vietare l’ingresso ai cittadini britannici visti i ritardi di Londra nel fronteggiare la crisi.

GERMANIA. A Berlino il numero dei casi positivi è salito a 573 (12.853 in tutto il Paese, 34 i decessi) e questo ha portato gli ospedali cittadini a chiedere aiuto ai cittadini. Tutti quelli con una qualsiasi formazioni medica sono invitati a presentarsi negli ospedali e mettersi a disposizione. Anche la Germania è pronta a mobilitare l’esercito e i riservisti: «Ci stiamo preparando allo scenario peggiore in cui un gran numero di persone sarà contagiato», ha detto la ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrembauer. Il governo si starebbe inoltre preparando a varare un piano da 40 miliardi di euro a sostegno di lavoratori e piccole imprese.

Lo storico discorso di Angela Merkel

SPAGNA. Con 17.147 contagi, 767 decessi e 169 morti in 24 ore anche la Spagna si affida all’esercito che presidia 15 province. Oltre a mantenere l’ordine pubblico, i soldati vengono impiegati per disinfettare aeroporti, stazioni e autobus.