Scende il numero di nuovi positivi al Coronavirus ma i tamponi effettuati sono meno della metà, addirittura meno di un terzo in Lombardia. L’App Immuni è ora disponibile, e la vigilia della «Fase 3» si consuma nel tentativo di far cambiare idea a quei Paesi, come la Grecia, che hanno deciso di proteggersi dal potenziale contagio degli italiani in vacanza. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha ottenuto in questo senso delle «rassicurazioni», ieri, in una telefonata al suo omologo greco Nicos Dendias.

I DATI della giornata potevano sembrare incoraggianti: solo 178 i nuovi casi di persone infettate dal Coronavirus, ieri, e 60 i morti, di cui 19 solo in Lombardia. «Tra gli attualmente positivi, 424 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 11 pazienti» rispetto al giorno prima, recita il comunicato quotidiano della Protezione civile che annota 708 assistiti in meno nell’ultima giornata e 848 persone «dimesse o guarite» (anche se conteggiarli insieme non è corretto, perché si può essere dimessi ma non guariti). Purtroppo però il numero di tamponi effettuati è stato davvero molto basso, ieri: solo 31.394, a fronte dei 54 mila di domenica, 69 mila di sabato e 72 mila di venerdì scorso. In Lombardia, poi, si conteggiano soltanto 50 nuovi casi ma i test effettuati sono stati 3.500, mentre in media se ne contano 12 mila e più.

LO SANNO BENE i presidenti delle regioni che, pur mostrando ottimismo, si preparano alla fase estremamente delicata della riapertura della mobilità nazionale e interregionale, progettando App regionali di tracciamento, incentivi per convincere i turisti a sottoporsi ai test sierologici, autocertificazioni e quant’altro. Nulla di certo, però, e nulla che possa essere impugnato davanti al Tar dal governo, come già minacciato a fronte dei tentativi di ribellione di alcuni governatori, soprattutto quello della Sardegna. Il presidente del Lazio Nicola Zingaretti, particolarmente preoccupato per l’impatto turistico che inevitabilmente subirà la Capitale (ieri è stato riaperto il Colosseo), si dice «confortato» dai 5 nuovi casi conteggiati a Roma città, dai 4 decessi in tutta la regione nelle ultime 24 ore, dal «numero più basso di occupazione delle terapie intensive degli ultimi due mesi» e dall’«aumento costante dei guariti». Ma annuncia: «Abbiamo raddoppiato il numero degli operatori dei contact tracing e contiamo sulla collaborazione dei gestori dei trasporti ferroviari, marittimi e aeroportuali nel rispetto delle regole, nella rilevazione della temperatura corporea e nella trasmissione delle corrette informazioni ai viaggiatori». «Non bisogna abbassare la guardia», aggiunge chiamando le istituzioni nazionali a tutelare «il cuore dello Stato» dove «vi sono i principali snodi ferroviari e aeroportuali del Paese».

Impossibile però rendere obbligatorio il tracciamento attraverso moduli da compilare all’ingresso della regione, come si sarebbe voluto; ed è ormai archiviato anche il certificato sanitario voluto da Solinas. Più fattibile invece affidare il tracciamento ai gestori di campeggi, pensioni e hotel o ai proprietari degli appartamenti in affitto, con i dati dei turisti da mantenere per alcune settimane, in modo da poter rintracciare eventuali contatti con nuovi malati.

LA APP «IMMUNI» in ogni caso da ieri sera è scaricabile gratuitamente dagli store Apple e Google, ma entrerà in funzione da domani in via sperimentale solo in quattro regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia). Il Garante per la protezione dei dati personali ha dato la sua autorizzazione al Ministero della Salute valutando «Immuni» sufficientemente rispettosa «dei diritti e le libertà degli interessati» malgrado una serie di misure da adottare in fase sperimentale per rendere ancora più sicura la App (che, ricordiamolo, non servirà a nulla se non sarà utilizzata dalla maggioranza degli italiani).

CON QUESTO background, Di Maio ha potuto ottenere dal ministro degli esteri greco Dendias le prime rassicurazioni sulla possibilità che Atene non imponga alcun tipo di restrizione ai turisti che dal 15 giugno potranno arrivare dall’Italia, neppure a coloro che risiedono nelle regioni a rischio più elevato, né che imponga, come finora previsto, un test all’ingresso e una quarantena minima di una settimana. Solo uno spiraglio, per il momento: se ne riparlerà il 9 giugno quando Di Maio si recherà in visita ad Atene.