Il numero di casi positivi in 24 ore tocca quota 1912, record dalla fine del lockdown. I decessi sono 20, in linea con i giorni precedenti così come i 107 mila tamponi. I ricoverati sono 2981, 4 in più rispetto a giovedì. Il trend di lenta crescita dunque non si ferma, anche se in assoluto sono cifre molto inferiori a quelle di Francia (21 mila nuovi casi) e Spagna (12 mila).

La situazione è certificata anche dal rapporto settimanale della cabina di regia di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della salute. «Si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la ottava settimana consecutiva», scrive il rapporto sui dati totali. Ma «nel periodo 3-16 settembre 2020, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,95, al di sotto di 1 nel suo valore medio per la seconda settimana consecutiva». A livello locale, la soglia viene superata in 12 regioni.

L’età media relativamente bassa dei positivi (41 anni) limita le necessità di ricovero ospedaliero. I letti occupati dai pazienti Covid sono il 5% nei reparti ordinari e il 3% in rianimazione, ma «con valori superiori al 10% in alcune regioni». Dunque è bene «mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni e province e essere pronti alla attivazione di ulteriori interventi in caso di evoluzione in ulteriore peggioramento».

L’impatto della riapertura delle scuole «sarà valutabile a partire dalle prossime 2-3 settimane». In realtà ci sono casi positivi già in oltre 500 scuole, 81 delle quali sono state chiuse, secondo i dati raccolti da Lorenzo Ruffino e Vittorio Nicoletta, studenti di Torino abilissimi con tabelle, mappe e grafici. Così il ministro della Salute Speranza accelera sulla sorveglianza con una nuova circolare: di fronte a febbre e sintomi sospetti, medici di base e pediatri dovranno «richiedere tempestivamente il test diagnostico».