«Abbiamo la sensazione che vi sia un accanimento nel voler dimostrare che ci sia da parte nostra come una premeditazione nel voler portare i migranti in Italia», dice Riccardo Gatti mettendo l’accento sulla tesi della procura di Catania, confermata anche dal Gip della città etnea, che è alla base dell’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cui deve rispondere la Open Arms. Tesi che il capo missione della ong spagnola ha respinto ancora una volta ieri in una conferenza stampa organizzata a Pozzallo alla quale hanno partecipato anche i legali dell’organizzazione umanitaria, Alessandro Gamberini e Rosa Emanuela Lo Faro. ««Non è così», ribadisce Gatti. «Il nostro lavoro è di portare i migranti il più velocemente possibile in un luogo sicuro. Non abbiamo alcuna preferenza se questo luogo sia l’Italia, la Spagna o Malta, evidentemente ci sono motivi operativi».

Solo pochi giorni fa nel decreto con cui confermava il sequestro della nave Open Arms, il gip di Catania ha assestato un duro colpo all’inchiesta del procuratore etneo Carmelo Zuccaro facendo cadere l’accusa più grave di associazione a delinquere. Anche se, come ha ricordato l’avvocato Lo Faro, il reato viene ancora contestato alle uniche due persone indagate «perché l’informazione di garanzia in capo al comandante Marc Reig e alla capo missione Anabel Montes non è stata mutata dopo il pronunciamento del gip di Catania». Il legale annuncia poi che se dovessero essere sentiti in un interrogatorio di garanzia, sia Reig che Montes si avvarrebbero della facoltà di non rispondere.

In un comunicato successivo alla decisione del gip, il procuratore Zuccaro ha annunciato che l’inchiesta sulle ong, e in particolare sulla Open Arms, andrà avanti. Nel frattempo però, denunciano i legali della ong, gli atti indispensabili per organizzare la difesa degli indagati non sono ancora nelle mani degli avvocati. Che contestano su tutta la linea l’inchiesta di Zuccaro, al punto da definire, come fa l’avvocato Gamberini, «abnorme» il provvedimento della procura di Catania. «L’accusa di associazione a delinquere è stata strumentale per portare la competenza alla direzione distrettuale antimafia, non a caso il gip di Catania non l’ha accolta». Un successo per la difesa, che aspetta adesso che a decidere sul sequestro della nave sia il gip di Ragusa, tornato competente da quando ai due indagati viene contestato solo il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

«Una delle accuse che viene mossa al comandante Reig è quella di aver voluto trasferire i migranti a tutti i costi Sicilia, quando invece il porto più vicino era quello di Malta», prosegue Gamberini. «A parte che storicamente è noto che Malta ha sempre negato ospitalità ai migranti, ma leggere negli atti giudiziari la malvagità della open Arms per questa decisione si prova sconcerto». E per quanto riguarda il rifiuto da parte della ong di consegnare i migranti ai libici, il legale non ha dubbi: «Il respingimento dei migranti è vietato per legge. Se l’imbarcazione di Open Arms avesse consegnato i migranti i migrati alla Guardia costiera libica avrebbe fatto respingimento. E’ doveroso non averlo fatto»

Intanto nel Mediterraneo continuano i salvataggi. Ieri la nave Aquarius di Sos Mediterranee e Msf, con quella della ong Sea Eye l’unica ancora attiva in quel tratto di mare, è intervenuta per salvare 122 persone a bordo di un gommone a 23 miglia dalla Libia, in acque internazionali. Tra i migranti trattai in salvo 15 donne e 27 minori non accompagnati.