Dallo stalking alla pedopornografia, passando per le truffe online e al cyberbullismo. Con un clic le infinite vie della rete possono trasformarsi in infernali macchine di ricatto e improvvise tragedie. Online – connessioni pericolose, la nuova produzione originale A+E Networks Italy in onda da stasera alle 22 su CrimeInvestigation (Sky canale 118), realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato, racconta in otto episodi, le diverse tipologie dei crimini in rete. Per le statistiche sono oltre 400 milioni le persone vittime di crimini informatici, e alcuni casi emblematici vengono raccontati in trenta minuti nel corso delle puntate condotte da Elena Stramentinoli, che partendo dal fatto dà la parola alle vittime, ai parenti, operatori informatici e agli agenti.

Il primo caso esaminato dal programma – uno dei più noti, e a che ha determinato poi un decisivo cambio di passo che ha portato all’approvazione recentissima, il 20 maggio 2017, di una legge contro il cyberbullismo, è quello della quattordicenne Carolina Picchio. Attraverso le testimonianze del padre e della sorella della ragazza, vengono ricostruiti gli eventi che portarono al suo suicidio. Dietro un video a sfondo sessuale che diventa in breve tempo virale, gli inquirenti scoprono le persecuzioni a cui la ragazza era sottoposta da mesi da parte di due coetanei. Nel corso delle puntate, Online connessioni pericolose indagherà anche intorno ai casi di un imprenditore pedofilo delle Marche e di Andrea Spezzacatena, il quindicenne «bullizzato» a scuola per la sua presunta omosessualità.

Sky non si mobilità contro i crimini web solo con la serie, ma anche attraverso una campagna sociale, uno spot andrà in onda sui canali del gruppo A + E Networks Italy e sulla piattaforma Sky. «L’unica arma veramente efficace per contrastare i crimini informatici oltre alla repressione è una incisiva attività di sensibilizzazione e prevenzione» – spiega il Prefetto Roberto Sgalla, Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato – «ricostruire episodi di cronaca quotidiana e portarli all’attenzione delle nuove generazioni – sottolinea ancora Sgalla – ci aiuta a fare comprendere e a far riflettere i giovani su alcuni comportamenti che potrebbero risultare letali per i coetanei vittime di vessazioni, violenze e insulti sulla rete internet».