«Enrico Letta è intervenuto a gamba tesa nei confronti del Pdl». Al presidente dei senatori pidiellini, Renato Schifani, ospite ieri sera di «Porta a Porta», tocca bacchettare il presidente del consiglio, che domenica ha dichiarato «chiuso il ventennio» berlusconiano, perché «Alfano è stato sfidato è ha vinto la partita». Lo stesso segretario del Pdl l’altro giorno aveva dovuto pubblicamente prendere le distanze dall’«ingerenza» del premier nel travaglio del suo partito. E Schifani sostiene anche che il Pdl «ha superato momenti molto delicati, ma ha vinto l’unità grazie soprattutto a Silvio Berlusconi che ha dimostrato la statura di grande leader e di uomo di stato». In realtà nel Pdl prosegue lo scontro, con l’ala governista che dice no al congresso chiesto invece dai «lealisti» guidati da Raffaele Fitto. Aprendo il congresso si rischierebbe un «logoramento» che potrebbe avere ripercussioni sul governo, dice la ministra Beatrice Lorenzin, mentre «quello che oggi bisogna fare è garantire una governabilità al Paese» e il leader del centrodestra «c’è ed è Angelino Alfano». Continua poi a tenere banco la vicenda di Michaela Biancofiore e delle sue dimissioni accettate da Letta, uniche tra quelle della squadra governativa del Pdl. Sempre domenica il premier ha spiegato di averle accettate perché lei, a differenza degli altri ministri, non le aveva ritirate e quindi «per far capire che sono cambiate le cose». I «falchi» pidiellini chiedono che sul caso intervenga Alfano. E ancora Schifani spezza una lancia in favore della sottosegretaria rimasta fuori: «Mi auguro che nel prossimo consiglio dei ministri si chiarisca la vicenda, non aver respinto quelle dimissioni è un atto inaccettabile», dicei. Oggi Biancofiore in una conferenza stampa darà la sua versione della vicenda.