Il logo della presidenza del Consiglio, fino a ieri sera, era ancora lì, sul sito del congresso di Verona. Parliamo del congresso mondiale delle famiglie che si terrà a fine mese, ormai quasi più noto del congresso del partito fascista repubblichino che si tenne proprio a Verona nel ’43. L’evento organizzato dal ministro cattolico reazionario Fontana si presenta con un’apertura culturale non molto diversa dal triste precedente storico. Tanto che dopo le prime notizie anche i 5 Stelle avevano avanzato qualche presa di distanza. E così palazzo Chigi aveva fatto sapere che il patrocinio si doveva a «un’iniziativa personale di Fontana attraverso procedure interne agli uffici». Conte insomma non ne sapeva niente. Fontana è un ministro senza portafoglio che sta lì per delega del presidente del Consiglio in materia di famiglie e droga. Dunque ieri è arrivata la notizia della revoca del patrocinio, ben accolta da Sinistra italiana e dal Pd che avevano presentato interrogazioni sul fatto. Oltre che dalle tante associazioni – Arci, Arcigay, Agedo, Certi diritti, Mario Mieli, Famiglie arcobaleno – che il 30 marzo manifesteranno a Verona contro le tesi del congresso. Ma dopo un po’ è arrivata anche la smentita dall’entourage di Fontana: «Non risulta nessuna richiesta di revoca». Probabilmente non sarà una richiesta ma una comunicazione. Di certo è una brutta sceneggiata.