[Tullio Avoledo, friulano, classe 1957, ha scalato le vette di critica e pubblico delle patrie lettere con il fulminante esordio di L’elenco telefonico di Atlantide (Sironi) nel 2003 e la vittoria nel 2006 del Premio Super Grinzane Cavour – dopo l’approdo ad Einaudi – con Tre sono le cose misteriose. Ma se già aveva dimostrata propensione nel percorrere strade originali quando, nel 2011, aveva pubblicato sempre per Einaudi un thriller apocalittico assieme al tastierista e fondatore dei Subsonica Davide Boosta Dileo, ha probabilmente lasciato di stucco più di un paludato critico quando si è apparentemente convertito alla narrativa seriale dedicandosi al Metro 2033 Universe ideato dallo scrittore russo Dmitry Glukhovsky.
Rispetto ai romanzi di Glukhovsky (ma anche alle altre storie dell’Universe, tutte pubblicate in Italia da Multiplayer.it) dedicati sostanzialmente ad una narrazione avventurosa in uno scenario post-apocalittico cupo e ctonio dei tunnel della metropolitana, infestati da pericolose mutazioni indotte dalle radiazioni e ancora più pericolose fazioni umane l’una contro l’altra armate che rispolverano in modo tragicomico le divisioni ideologiche pre-catastrofe, la narrazione di Avoledo preferisce la peregrinazione nel mondo esterno da una parte e la riflessione sulla possibilità di sopravvivenza della religione e soprattutto della fede. Non a caso il protagonista de Le radici del cielo è un prete, l’ultimo a capo dell’Inquisizione, inviato dalle catacombe romane, in cui la Chiesa sgomita col potere politico, a Venezia dove si favoleggia ci sia l’ultimo vicario di Cristo sulla Terra assieme a un tesoro utile alla Chiesa per confermare la supremazia anche temporale.
Dopo un viaggio denso di tribolazioni ed avventure, John Daniels scopre che a Venezia c’è ben più che un Papa: tra i canali asciutti ha la consapevolezza infatti che la vita sulla Terra che sembra destinata all’estinzione in realtà si sta tornando a sviluppare in forme e su piani nuovi e diversi. Ed alla fine si oppone al reale esito previsto per il suo viaggio: quello di distruggere l’eventuale Papa con un’ennesima deflagrazione atomica, ed al contrario decide di ritornare a Roma con l’ordigno per imporre – con le buone o con le cattive – la sua nuova visione di speranza. Ma nel suo viaggio di ritorno viene deviato – e qui comincia il secondo romanzo della trilogia, La crociata dei bambini, in libreria sempre per Multiplayer.it – a Milano dove l’ordigno gli viene rubato dalla fazione più potente e più crudele tra quelle che dominano la città in disfacimento: i Figli dell’Ira. Come in una sorta di Guerrieri della notte italo-postapocalittico assistiamo nel nuovo romanzo ad un conflitto urbano tra le varie fazioni in lotta per la supremazia con John Daniels che vuole recuperare la bomba anche per impedire che venga usata contro le Creature della Notte, i nuovi abitanti della Terra che a torto vengono considerati mostri dagli umani, ma anche per impedire che essi spadroneggino sulle altre fazioni imponendo tributi disumani. Il tema religioso prosegue e si rafforza in questo secondo romanzo soprattutto nello scontro/confronto tra il cattolicesimo di padre Daniels e la fede ebraica di una delle fazioni con cui s’incontra/scontra.
Se all’epoca della sua uscita avevamo salutato Le radici del cielo come uno dei più freschi e brillanti romanzi italiani – confermati in ciò dal successo, anche internazionale, ottenuto – non possiamo che confermare il giudizio anche di fronte alla sua serializzazione che, invece di annacquare trama e tematiche, trova il modo di riproporre quanto già c’era di buono nel primo romanzo aggiungendo novità e profondità senza minimamente far mancare l’azione che non si può non attendersi da una storia del genere.