L’elezione del prossimo presidente di Confindustria non dovrebbe avere alcun legame con la pandemia da Covid19. Il virus però potrebbe aver fiaccato la trionfale corsa di Carlo Bonomi, campione del «modello lombardo» già dato per vincitore un anno fa dal Corriere.

Carlo Bonomi Assolombarda

Le gaffe di uno dei suoi principali supporter – quel Marco Bonometti di Confindustria Lombardia che rivendica di aver impedito la zona rossa nella Bergamasca e sostiene che la pandemia è dovuta allo «spostamento degli animali da allevamento in regione» – e la gestione catastrofica degli appelli a riaprire mentre i morti si moltiplicavano ha portato perfino la Confindustria Brescia a preferirgli Licia Mattioli, attuale vicepresidente di Vincenzo Boccia e imprenditrice torinese di gioielli con 300 dipendenti. Intendiamoci, difficile che – l’ancora improbabile – sconfitta di Bonomi significhi la fine di quel blocco sociale che in Lombardia comanda da decenni con il marchio di Comunione e Liberazione, ma già una vittoria risicata sarebbe un campanello d’allarme per un sistema di potere che dall’Expo del 2015 si erge a modello di sviluppo per l’intero paese. In vista di una grande critica al governo, con la richiesta di cancellare Quota 100 e Reddito di cittadinanza.

Bonomi in più dell’imprenditore ha ben poco: solo 8 dipendenti diretti in una piccola impresa nel settore biomedico e una carriera fatta più di discorsi riusciti e protagonismo che di successi aziendali e innovazione.

Licia Mattioli, vicepresidente Confindustria

Licia Mattioli, anche come dimostrato nell’inusuale intervista al manifesto, è sicuramente più in continuità con Boccia sul tema del «dialogo sociale» con i sindacati ed è appoggiata da territori lungo tutta la penisola. Con lei ci sarebbe tutto il Nord Est (Piemonte tranne Cuneo, Liguria, Val D’Aosta), il Veneto e l’Emilia Romagna spaccate, con un trend positivo nei confronti di Mattioli. La Toscana è spaccata tra Nord (per Bonomi) e Sud (per Mattioli) e lo stesso vale per il resto del Centro, l’umbro Alunni e il marchigiano Merloni tifano la piemontese. Il Lazio è diviso tra grandi partecipate, in maggioranza per Mattioli, e Unindustria che segue Bonomi. Il Sud va a macchia di leopardo su entrambi i candidati.
Oggi dunque voto on line a Via dell’Astronomia a Roma. Voto in Consiglio Generale per la designazione del nuovo presidente in vista dell’elezione in assemblea il 20 maggio. I 183 membri – 3 hanno regolato l’iscrizione negli ultimi giorni – dell’ex Giunta voteranno dalle 10.30 alle 12.30 e un quarto d’ora dopo dovremmo sapere chi vincerà. I numeri forniti dall’entourage della Mattioli, indicata in recupero, prevedono per lei 89 preferenze, mentre 12 voti vengono definiti come incerti, dunque decisivi per la conta finale.
Dall’entourage di Bonomi invece bollano come «pura fantasia» il recupero delle ultime settimane dell’ex numero uno degli industriali torinesi e danno il presidente di Assolombarda a quota 115 voti, quindi un’ampia maggioranza che conferma il vantaggio certificato dai Saggi nella loro relazione finale di marzo con un consenso «superiore alla maggioranza assoluta», forte anche dell’ultimo ritirato, Giuseppe Pasini da Brescia.