Mentre il presidente di Confindustria Carlo Bonomi incontrava ieri il governo a Villa Pamphili a Roma, il quotidiano di riferimento della sua organizzazione iniziava uno sciopero di 24 ore. Il Sole 24 ore oggi non sarà in edicola perché giornalisti e poligrafici protestano contro il taglio della retribuzione del 25%, ricorso alla cassa integrazione d’emergenza «Covid» in un’azienda che ha continuato a lavorare e a fare profitti nei mesi della quarantena.

Tutto questo sta accadendo nel perimetro della Confindustria, la stessa che chiede all’esecutivo di investire sulle imprese, approfittando anche di tagli alle tasse come l’Irap. La «ripresa» potrebbe basarsi su un classico della storia industriale di questo paese: taglio sul lavoro, richiesta di sussidi da parte delle imprese e fondi a pioggia. La sintesi potrebbe essere in questa formula: le perdite sono pubbliche, e dei lavoratori; i profitti sono privati. Il messaggio, molto più che simbolico, è stato recapitato nel giorno del tanto atteso incontro tra Bonomi e Conte.

«Il taglio del 25% della retribuzione attraverso il ricorso alla cassa Covid è inaccettabile sul piano sindacale e inapplicabile su quello organizzativo – sostiene il comitato di redazione (cdr) del Sole 24 ore – L’utilizzo di un ammortizzatore, qualsiasi esso sia, ma questo in particolare, del tutto privo di sostenibilità sul piano giuridico in assenza di un accordo sindacale, e oltretutto pari a 5 volte quello in vigore, è decisione che si qualifica da sé a fronte del lavoro di una redazione che in pochi giorni, in larga parte con mezzi propri e nell’inerzia dell’azienda, si è messa nelle condizioni di lavorare da remoto, assicurando ogni giorno e per tutta la durata dell’emergenza l’uscita del giornale e un’informazione digitale tempestiva e competente».

I risultati in edicola si sono visti. Nelle settimane drammatiche della pandemia Il Sole 24 ore ha accresciuto le vendite in edicola e ha registrato cifre record in quelle digitali. Al14 maggio c’è stato un aumento del 6,3% in edicola e del 145% di traffico sul sito. Ad avviso del cdr in queste condizioni la richiesta dell’azienda di una settimana di assenza della redazione ogni mese comprometterebbe la realizzazione del lavoro su carta e su web. «È una forzatura – conclude il sindacato – che la redazione, nel segno di un rispetto per la qualità del prodotto che altri evidentemente ignorano, non può che respingere con ogni mezzo nelle prossime settimane».