Pena ridotta da 7 anni e mezzo a 5 anni e 10 mesi, ma comunque confermata. E per l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, accusato di corruzione nel processo Maugeri-San Raffaele, le porte del carcere potrebbero aprirsi già questa mattina.

Dopo più di tre ore di camera di consiglio i giudici della Cassazione ieri sera hanno confermato e resa definitiva la sentenza di condanna nei confronti del Celeste, come veniva chiamato negli anni in cui ha governato la Lombardia, e stamattina Formigoni potrebbe presentarsi spontaneamente in prigione. La riduzione della pena si deve al fatto che è stato è stato dichiarato prescritta l’accusa di corruzione relativa al fallimento dell’ospedale San Raffaele di Milano. Nel corso dell’udienza il procuratore generale Luigi Birritteri aveva sottolineato l’«imponente baratto corruttivo» di cui Formigoni sarebbe stato tra i principali protagonisti.

Gli ultimi guai giudiziari dell’allievo di don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione, cominciano nell’aprile del 2012, quando un’inchiesta della procura di Milano porta all’arresto di esponenti di alto livello della sanità lombarda accusati di aver distratto 56 milioni di euro dalla Fondazione Maugeri. Sei le persone arrestate, tra le quali l’uomo d’affari Pierangelo Daccò, mentre il presidente della Fondazione, Umberto Maugeri, finisce ai domiciliari. Le accuse vanno dal riciclaggio all’appropriazione indebita, dall’associazione a delinquere alla frode fiscale, alle fatture false. Dagli atti risulta anche il nome di Formigoni, che un uomo di fiducia di Daccò mette in relazione con l’uomo d’affari: «So che erano in rapporti d’amicizia e che risultano pagamenti con carta di credito e viaggi», racconta l’uomo ai magistrati. Ma il nome del governatore entra ufficialmente nelle indagini solo a luglio, quando viene indagato per corruzione aggravata dal carattere transnazionale. Secondo la procura milanese avrebbe favorito la Maugeri con 15 delibere del Pirellone, ottenendo in cambio numerose «utilità» per un valore pari a otto milioni e mezzo di euro. «Almeno otto milioni- spiega un’informativa della Guardia di Finanza – sarebbe lo sconto di cui avrebbero goduto Formigoni e Alberto Perego cui Daccò ha venduto una villa in Sardegna».

Durissima la requisitoria dell’accusa in Cassazione. Per il Procuratore generale da parte di Formigoni c’è stato un «sistematico asservimento della funzione pubblica agli interessi della Maugeri, un baratto della funzione». Il Pg ha inoltre ricordato come la vicenda corruttiva riguardi un giro di circa 70 milioni di euro e 6 milioni di «utilità» sotto forma di cene, viaggi e vacanze da sogno, che sono arrivati «in vari flussi e forme» a Formigoni.

«Sono amareggiato e dispiaciuto per Formigoni che per 18 anni ha contribuito a sviluppare un incontestabile serie di importanti primati in Lombardia. Non limitiamoci a giudicarlo solo per questa sentenza», è stato il commento a caldo dall’attuale presidente della Lombardia, Attilio Fontana, mentre Silvio Berlusconi si è detto «umanamente dispiaciuto» per la condanna. Di tenore decisamente diverso i commenti provenienti dai 5 Stelle: «Ho iniziato il mio cammino nel Movimento per combattere contro personaggi come Mr. B e contro il Celeste ed il suo impero», ha scritto su Facebook il sottosegretario Stefano Buffagni. « Oggi mentre gli italiani ci hanno mandato al governo del paese Formigoni andrà in carcere per corruzione dopo che solo qualche mese fa abbiamo anche approvato la legge spazzacorrotti che non lo farà scappare dalle sbarre dati i gravi reati! Il Cambiamento».