Un nuovo terremoto giudiziario colpisce la politica del Sud. Nel mirino della magistratura lucana è finito quello che dalle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza di Matera appare come un sistema di corruzione e raccomandazione per avere accesso a posti all’interno della pubblica amministrazione, tramite l’alterazione dei concorsi pubblici.

TRENTA LE MISURE RESTRITTIVE eseguite ieri. Tra gli arrestati eccellenti il governatore della Basilicata, Marcello Pittella, del Pd, finito ai domiciliari e da ieri sera sospeso dall’incarico, come conseguenza dell’applicazione della legge Severino. Misure cautelari per il direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro, e per il responsabile dell’anticorruzione della stessa Asl, l’avvocato Luigi Fruscio di Barletta. In carcere, per effetto dell’ordinanza del gip di Matera Angela Rosa Nettis, Pietro Quinto e Maria Benedetto, commissario e direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria di Matera. Domiciliari per Maddalena Berardi, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, e Giovanni Chiarelli, commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Potenza.

SECONDO IL GIP il «deus ex machina della distorsione istituzionale» nella sanità lucana sarebbe proprio il presidente della regione Pittella. Il quale avrebbe «influenzato le scelte gestionali delle Asl interfacciandosi con i direttori generali da lui nominati».

L’indagine della Gdf, sostiene il giudice, ha portato alla luce «un sistema di corruzione e asservimento della funzione pubblica a interessi di parte di singoli malversatori» su richiesta di una «moltitudine di questuanti» espressione di «pubblici poteri apicali», in uno scambio reciproco di richieste illegittime e promesse o dazioni indebite.

La ratio è sempre la stessa: «La politica nella sua più fraintesa accezione negativa e distorta, non più a servizio del bene collettivo ma a soddisfacimento dei propri bisogni di potere e condizionamento sociale».

TESI CONFERMATA in conferenza stampa dal Procuratore Pietro Argentino. L’inchiesta avrebbe accertato «concorsi truccati», viziati da abusi d’ufficio, rivelazioni indebite di segreti d’ufficio e falsi in atti pubblici

. Attraverso «taroccamento» dei punteggi, con la creazione di verbali ideologicamente falsi e la distruzione di quelli con i punteggi effettivamente conseguiti dai candidati ’raccomandati’.Concorsi per un posto a tempo indeterminato da dirigente amministrativo, per otto posti da assistente amministrativo, per un posto a tempo indeterminato a dirigente amministrativo nel Crob di Rionero in Vulture (Potenza), e per due posti a tempo indeterminato da dirigente medico di otorinolaringoiatria.

Tutti vinti grazie alle tracce per le prove scritte e domande per le prove orali fornite in anticipo, per permettere ai ’segnalati’ – che «non avrebbero raggiunto la sufficienza» – di vincere.

IL COMMISSARIO DELL’ASL di Matera, Pietro Quinto (in precedenza dg della stessa Asm) è stato invece individuato come «il collettore delle raccomandazioni che promanano» dal presidente Pittella, che venivano segnalati in una ’lista verde’. Quinto – secondo gli inquirenti – intratteneva «significativi rapporti con altre figure politiche e religiose di spicco», nonché con «esponenti del mondo imprenditoriale e dell’Università di Bari e quello amministrativo della stessa azienda sanitaria» e «confidava – ha sottolineato il pm – sull’assoluta fedeltà del suo direttore amministrativo nominato presidente o componente di commissione dei vari concorsi».

NELLE CARTE COMPARE anche l’ex viceministro all’Istruzione, il lucano Vito De Filippo (non indagato), per «una raccomandazione per la sorella del segretario del vescovo di Matera» per l’Università della Basilicata e l’ammissione ai percorsi di formazione per il sostegno ai disabili (sarà ammessa).

Oltre a un «interessamento» del Questore di Matera, Paolo Sirna, «che intercede» in favore «di un suo conterraneo» per un concorso da autista nel 118 (poi decadrà dalla graduatoria finale).

Segnalazioni anche dall’allora viceministro dell’Interno, il lucano Filippo Bubbico (non indagato) in un concorso per assistenti amministrativi.

Ora tutti negano e confidano di fare chiarezza. Ma il terremoto nella sanità lucana pare essere solo agli inizi.