Massimo Paolucci (europarlamentare, Mdp) il crack con Pisapia lo chiamate «febbre di crescita». Sicuri che passerà?
Intanto usciamo dalla cronaca rosa, siamo passati dal dibattito fra bolscevichi e menscevichi a quello fra galantuomini e barbari accecati dal rancore. Parliamo di politica e di etica di comportamento. Il tema non è chi ti abbracci ma le proposte per fare uscire l’Italia dalle disuguaglianze.

E su queste proposte siete d’accordo con Pisapia?
Sì. Ma dal primo luglio ci sono stati alcuni episodi, dichiarazioni sbagliate e altro, che non ci hanno fatto andare spediti. Ora dobbiamo andare avanti. Pisapia sa che fra noi non c’è nessuno che voglia rifare l’Arcobaleno, cioè un accordo elettorale che si scioglie dopo le elezioni. E non si può dare dei minoritari a ex premier ex ministri. Siamo tutti pronti a costruire un soggetto politico. Il tema è come: ma non credo che Giuliano abbia in testa il manuale Cencelli. Né che pensi che tutto si decida a Roma. Dobbiamo fare un processo popolare, che non significa voti notturni di trenta iscritti ma assemblee costituenti aperte. Sono certo che anche Pisapia non voglia prescindere dalla legittimazione democratica del nuovo soggetto. Poi, secondo punto: dai discorsi di Bersani e Pisapia del Primo luglio si scriva un manifesto programmatico. Sono due richieste ragionevoli sulle quali è possibile fare passi in avanti.

Pisapia dovrebbe rispondere a queste due proposte?
Non c’è tempo da perdere. Non possiamo diventare il tormentone dell’estate.
Pisapia avrebbe timore che continuare a fare le tessere di Mdp porterà a una federazione fra soggetti politici.
Noi lavoriamo per fare un nuovo soggetto politico. Una volta stabilito il percorso, sulle tappe intermedie possiamo discutere di tutto. Ci chiamiamo ’movimento’ per questo, perché sin dall’inizio volevamo costruire una cosa più grande.

Anche agli altri partiti di sinistra proponete un nuovo soggetto politico e non una lista?
Certo, vogliamo fare un nuovo soggetto.

Dunque Sinistra italiana, Possibile e gli altri devono aderire al vostro manifesto?
No, avvieremo un confronto con la nostra gente, le forze sociali, con tutti, e alla fine ci sarà una piattaforma comune.

L’assemblea d’autunno che avete annunciato cos’è?
Un’assemblea costituente, con una base democratica, eletta città per città.

Volete arrivarci con i pacchetti dei vostri iscritti?
Ma quali pacchetti: serve una base democratica, ampia, aperta. Ma deve essere una base certa.

È l’ultima proposta a Pisapia?
Nessun ultimatum. Abbiamo iniziato un percorso con lui, c’è stato un blocco, proponiamo come superarlo.
Non avete la tentazione di accettare le proposte di Si per fare una cosa di sinistra?
Io sto al merito. Voglio costruire una forza alternativa al Pd di Renzi. Una volta scritta la Carta del Primo luglio, con la patrimoniale, l’art.18 eccetera, chi si riconosce nelle proposte starà con noi. Ci confronteremo con tutti. Non faremo una lista in provetta. Né tantomeno possiamo avere una logica di autosufficienza.

Eppure non vi fidate di Pisapia, dite che è ambiguo.
Non facciamo l’analisi del sangue a nessuno.

Anche perché Mpd ha nel suo sangue il sì al jobs act e al fiscal compact.
Siamo tutti in una fase differente. Ripeto, vogliamo accelerare le cose che Pisapia vuol fare: una forza alternativa al Pd. Specifichiamone il profilo e facciamola. Passiamo dal ’se’ al ’come’. Se entriamo nel merito le condizioni per superare le difficoltà ci sono. Pisapia non si faccia distrarre dal coro dei vecchi adulatori di Renzi che ora corteggiano lui perché non vogliono che in Italia nasca una sinistra forte e autonoma, non più sottomessa ai poteri forti.

Ma lui vuole fare una cosa di centrosinistra.
E anche noi. Un nuovo centrosinistra, che prende il meglio delle esperienze passate. Un’alleanza larga. Ma io sono un uomo di sinistra.