Economia

Con o senza Draghi a palazzo Chigi la crisi politica ed economica continua

Con o senza Draghi a palazzo Chigi la crisi politica ed economica continuaIl presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Mario Draghi – LaPresse

Il caso Fitch e Moody’s: «Si apre un periodo di grande incertezza anche se le elezioni anticipate fossero evitate». Non cambia la difficoltà dei partiti di "trovare un accordo sul bilancio 2023"

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 20 luglio 2022

Nel clima tossico creato in Italia attorno a Mario Draghi che ha dimissionato il suo governo, e in attesa che oggi il medesimo le confermi o detti le condizioni per farlo continuare, le agenzie di rating Fitch e Moody’s hanno diffuso ieri un’analisi convergente che ristabilisce almeno una prospettiva. Che Draghi si dimetta o meno, questo è il senso dell’analisi fatta da questi guardiani del capitalismo finanziario, è il suo percorso politico ad essere compromesso. E, con esso, la stabilità di un intero paese, e dunque dell’Europa travolta da una «policrisi»: covid, speculazione finanziaria sulle materie prime, inflazione, blocco delle catene del valore, la guerra russa in Ucraina e la politica americana di guerra per procura che colpisce l’Europa.

Secondo Fitch le dimissioni di Draghi da presidente del Consiglio sarebbero un grande problema. Ma lo sarebbe anche la sua conferma se fossero evitate le elezioni anticipate. «Le implicazioni di breve termine per la politica economica e di bilancio dipendono dagli esiti politici, ma è probabile che le riforme strutturali e il risanamento di bilancio diventino più impegnativi». E poi: «Le divisioni tra i partiti della coalizione che sostiene il governo di unità nazionale si sarebbero comunque ampliate con l’avvicinarsi delle elezioni, indebolendo l’agenda politica del governo».

In altre parole qui si sta descrivendo una contraddizione del sistema. Con l’avvicinarsi delle urne nel 2023 quello che stiamo vedendo oggi con i Cinque Stelle (parte del sistema, non certo l’alternativa) potrebbe ripetersi con gli altri. In realtà è quello che abbiamo visto negli ultimi 15 mesi, e in particolare dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale. La mancata successione con Draghi ha creato le premesse di tutte le crisi possibili in un governo che ha nella sua formula, cioè quella di «non avere formule politiche», la ragione della sua debolezza.

Per Moody’s, anche se Draghi rimanesse in carica, è a rischio l’attuazione del «Pnrr»: la mega-macchina neoliberale da 191 miliardi che terrà in ostaggio i prossimi governi. Lo si vedrà subito, cioè dalla difficoltà dei partiti di «trovare un accordo sul bilancio 2023». E come potrebbero trovarlo, le differenze sono immense: (legge Fornero sì o no? Riforma fiscale progressiva o flat tax? Reddito di cittadinanza si o no? e così via. Ciò fa aumentare il rischio di attacchi finanziari su spread e debito e schiaccerebbe il governo in un angolo. Fitch e Moody’s vivono apprezzando questi rischi. questa la costituzione del capitalismo reale oggi. Quella che Draghi dovrebbe gestire. E che sembra subire perché è entrata in crisi la politica che lo ha intronizzato.

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