Dopo la Regione e dopo Cagliari, la destra si prende anche Sassari. Nel ballottaggio di domenica Nanni Campus, alla guida di una coalizione civica di centrodestra, ha battuto il candidato del centrosinistra, il magistrato Mariano Brianda. Campus ha ottenuto il 56,2%, staccando lo sfidante fermo al 43,7%.

Direttore del dipartimento di scienze chirurgiche dell’Università di Sassari, Campus ha una biografia politica con molti passaggi che denotano un’insofferenza di fondo rispetto alle logiche di apparato. Iscritto da giovane al Movimento sociale, alle politiche del 1994 è passato a FI ed è stato eletto al Senato. A palazzo Madama, dal 1996, ha fatto anche un secondo mandato, durante il quale è passato ad An. Ha lasciato il Senato anzitempo nel 2000 quando è stato eletto per la prima volta sindaco di Sassari, carica che ha ricoperto sino al 2005.

Nel 2009 è stato eletto consigliere regionale nelle liste del Pdl, abbandonato due anni dopo per presiedere, in consiglio regionale, un gruppo di transfughi del centrodestra. Nel 2014 durante la campagna per le regionali ha appoggiato il candidato del centrosinistra, poi diventato governatore, Francesco Pigliaru sfidato dal leader del centrodestra Ugo Cappellacci.

Pochi mesi fa ha deciso di mettere in campo, per le comunali a Sassari, una sua lista, indipendente da tutti i partiti del centrodestra, che hanno corso da soli e hanno perso: al primo turno Forza Italia e Lega insieme hanno raggiunto appena il 16%; Campus è andato oltre il 30%. E poi ha vinto il ballottaggio senza alcun apparentamento con berlusconiani e salviniani.

Nel centrosinistra la sconfitta accende la polemica. Il sindaco uscente, Nicola Sanna, accusa il suo Pd di aver condotto una «pesante azione di logoramento» contro di lui durante i cinque anni di mandato, con conseguenti effetti negativi sulla credibilità e sulla tenuta della coalizione durante la campagna elettorale. E in effetti a Sassari il Pd è un partito diviso, balcanizzato, incapace di costruire consenso. Al primo turno ha preso il 19,6 % e se per Brianda le cose non sono andate peggio è solo perché diverse liste civiche di sinistra entrate in coalizione hanno tappato le falle di un partito in crisi evidente.