Lascia interdetti e sconcertati che la Procura di Locri, continui a perseguitare Mimmo Lucano proponendo per lui una pena di quasi 8 anni. Nel luglio scorso il tribunale del riesame aveva definito nelle motivazioni, “inconsistente” il quadro giuridico delle accuse rivolte all’ex sindaco di Riace, “fondato su elementi congetturali e presuntivi”. E pensare che da quando nel 1999, ancora maestro di scuola, Mimmo aveva scelto di far diventare un paese famoso solo per il ritrovamento dei “Bronzi”, luogo di ponte fra culture, si era creata attorno alla sua figura un’aura di affetto e di stima che lo aveva portato a divenire ripetutamente sindaco del piccolo paese ionico.

Ma dal 2017 la sua popolarità, il suo lavoro costante, il non adeguarsi alla limitatezza delle burocrazie ministeriali mettendo avanti a tutto i diritti dei richiedenti asilo lo hanno messo nel mirino del potere. Anche in Calabria, come per i giornalisti e i legali che denunciavano quanto avveniva in Libia, sono partite le intercettazioni telefoniche. Il tutto per cercare reati inesistenti. La volontà di screditare l’attività il lavoro di chi, per scelta ideale, ha portato avanti la strada dell’accoglienza degli ultimi chiedendo di condannarlo alla galera, come per dire “chi rispetta i diritti degli indesiderati, chi si oppone al loro sfruttamento nei campi e nei ghetti” va considerato fuorilegge. Una richiesta – e ci assumiamo la responsabilità di affermarlo – a cui non è estranea la scelta di Mimmo Lucano di candidarsi al fianco di Luigi De Magistris per combattere, dalla Regione, la corruzione e la criminalità organizzata in Calabria. Non a caso la Lega festeggia su twitter.

Rifondazione Comunista resta al fianco di Mimmo Lucano e continuerà ogni giorno a ribadire quanto da lui affermato: “se per salvare persone ho infranto leggi, lo rifarei ancora”. Perché a Riace si sono infrante le leggi che prevedono di far primeggiare l’odio e il diritto allo sfruttamento e Mimmo ha fatto ciò che dovrebbe fare ogni amministratore. Ci auguriamo che i giudici facciano prevalere la carta costituzionale e non le convenienze politiche e ci domandiamo: che paese è quello che assolve un ministro che sequestra persone e istiga all’odio contro chi salva le vite e condanna uomini di pace come Mimmo Lucano? Non quello in cui vogliamo vivere.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale

Stefano Galieni, Responsabilemigrazione PRC-S.E.