A breve si alza il sipario sul campionato forse più atteso dell’ultimo decennio, tra format spezzatino delle partite divise tra Sky e Dazn e gli inattesi fuochi di artificio sul mercato (che ha chiuso ieri alle 20), dopo la delusione della mancata qualificazione ai Mondiali. Spese da oltre un miliardo di euro, con investimenti corposi anche delle medio-piccole (meno solo della Premier League), e la fila di campioni, complici le agevolazioni fiscali sui diritti di immagine, in volo verso l’Italia.

Si è alzato il livello della competizione, difficile immaginare di nuovo due squadre oltre quota 90 punti. Certo, l’arrivo dell’ex fenomeno del Real Madrid non nasconde sotto il tappeto i problemi del calcio italiano, con la Serie B a 19 squadre e il Crotone che chiede alla Figc l’ammissione alla A in sovrannumero – quindi a 21 squadre – in vista della sentenza del 12 settembre che dovrebbe sancire la penalizzazione del Chievo per il caso plusvalenze.

Ma l’attenzione è alta, da oltre 20 anni il più forte del mondo mancava dal nostro torneo (l’ultimo fu Ronaldo), lo vedremo tra poche ore scendere in campo (ore 18) a Verona contro il Chievo: per l’esordio del portoghese si sono accreditate testate da ogni angolo del globo. E sono a piazzarsi davanti a tutti nella griglia-campionato, il divario con le altre è ancora alto: l’obiettivo è l’agognata Champions ma ad occhio non dovrebbe esserci contesa nemmeno per l’ottavo scudetto consecutivo. Un’egemonia messa in discussione negli ultimi anni solamente dal Napoli di Maurizio Sarri, nello scorso torneo.

La vecchia vuole prendersi tutto, ma attenzione all’Inter, forse a una svolta dopo anni passati in sordina. Keita, l’ex attaccante della Lazio, è stato il regalo delle ultime ore per Spalletti, illuso per qualche giorno dal possibile arrivo di Modric dal Real Madrid. E prima ancora a Milano sono arrivati De Vrij, Asamoah, Nainggolan e Lautaro Martinez. Nerazzurri con forma e sostanza, sulla carta la formazione più forte dai tempi del Triplete con Mourinho, nerazzurri dietro ai bianconeri, nel caso Ronaldo dovesse distrarsi nei weekend.

Ma è stata anche l’estate di Carlo Ancelotti, che ha scelto Napoli per ripartire dalla A. La sfida è ricca di fascino, portare a segno il passo successivo dopo il triennio sarrista, tra record di punti, due secondi posti e bel gioco. Subito dopo occhio a Milan e Roma. Per i rossoneri del nuovo corso griffato Elliott con Leonardo e Maldini ai posti di comando, l’estate turbolenta ha portato l’addio alla pseudo-proprietà cinese e l’arrivo di Higuain, assieme ai giovani Caldara, Castillejo, mentre hanno fatto le valigie Bonucci, Kalinic, Andre Silva, i pezzi grossi della precedente gestione Fassone-Mirabelli. La corsa per una casella in Champions League sarà contesa anche dai giallorossi, che hanno sì perduto i due top player della rosa (Alisson al Liverpool per oltre 60 milioni di euro e Nainggolan all’Inter) mettendo però nel serbatoio giovani talentuosi (Kluivert, Coric, Cristante) ed esperti di calcio internazionale (l’ultimo, il francese N’Zonzi) oltre alla ciliegina Pastore, l’uomo del dribbling e cambio di passo per entusiasmare l’Olimpico.

Infine, la Lazio, ultima delle sei sorelle, con il destino inevitabilmente legato ai migliori della rosa, da Immobile chiamato al bis dopo gli oltre 40 gol della passata stagione e Milinkovic Savic, il vero colpo di Lotito, rimasto a Roma nonostante la corte di diversi top club europei. Si parte oggi ma le due genovesi, dopo la tragedia, sono dispensate: Milan-Genoa e Sampdoria-Fiorentina verranno recuperate la prossima settimana. E in molti, giustamente, hanno ragionato sulla necessità che fosse tutta la A a fermarsi. Ma, ormai, il business del pallone va oltre ogni sentimento.