«Impedire lo sbarco dei migranti e sottoporli alla quarantena a bordo della nave». A chiederlo è stato ieri il presidente della regione Sicilia Nello Musumeci portando come giustificazione la necessità di evitare rischi per la popolazione dovuti alla diffusione del coronavirus. Musumeci, che governa grazie anche al sostegno della Lega, fa riferimento alla nave della ong tedesca Sea Watch che questa mattina, seguendo le indicazioni ricevute dal Viminale, arriverà nel porto di Messina con 194 migranti salvati nei giorni scorsi nel Mediterraneo. «Riteniamo che eventuali arrivi di migranti sulle coste siciliane debbano prevedere, nell’interesse anche degli stessi migranti, che la quarantena e tutte le cure sanitarie del caso vengano approntate a bordo della stessa nave», ha spiegato ieri il governatore che ha anche chiesto al governo di indirizzare la Sea Watch 3 verso un altro porto se le sue richieste venissero respinte.

Parole che raccolgono l’immediato consenso di Matteo Salvini, ma che suonano del tutto fuori luogo visto che solo sabato scorso, quando altri 271 migranti sono sbarcati a Pozzallo dalla Ocean Viking di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere, su indicazione del ministero dell’Interno tutti sono stati messi in quarantena nell’hotspot cittadino e sottoposti a tampone (poi risultato negativo per tutti), misura adottata anche nei confronti dell’equipaggio della nave.

Insomma, più che una questione di cautela sanitaria, la richiesta del governatore è sembrata a molti un inutile accanimento: «Le 194 persone a bordo della Sea Watch fuggono da guerre, torture, campi di concentramento» ricorda a Musumeci il parlamentare di LeU Erasmo Palazzotto. «In Libia il coronavirus non c’è, perché non ci sono voli e perché ad oggi l’unico caso registrato in Africa è quello di un italiano in Algeria. Ogni scusa è buona per essere razzisti, caro Musumeci». In realtà i casi di contagio in Africa sono due, il primo dei quali qualche giorno fa in Egitto.

Ieri la Sea Watch 3 stava ancora navigando in direzione delle acque territoriali a bordo. I volontari che si trovano a bordo non hanno commentato la richiesta del governatore della Sicilia, preferendo invece rilanciare l’allarme su altre due imbarcazioni – una delle quali con 85 persone a bordo – che si trovano in difficoltà nei pressi dell’area Sar (ricerca e salvataggio) maltese. «Non abbandonatele in mare. Tutte le autorità sono informate ma Malta si rifiuta di intervenire. Urge un soccorso», hanno spiegato.

Fino a ieri sera nessuna risposta a Musumeci è arrivata da parte del governo. Del resto senza aspettare il governatore della Sicilia, tutte le misure necessarie a scongiurare eventuali rischi sanitari erano già stati presi con i migranti della Ocean Viking predisponendo un rigido cordone sanitario intorno all’hotspot nel quale sono stati trasferiti e dal quale non possono uscire per due settimane. Stessa cosa per l’equipaggio della Viking, che rimarrà invece confinato sulla nave.

Misure più che sufficienti, tanto più in giorni in cui da più parti si prova a ridimensionare l’allarme sui possibili rischi derivanti dal coronavirus, ma che invece sembrano non bastare a Musumeci secondo il quale far sbarcare i migranti che si trovano sulla Sea Watch 3 rappresenterebbe «una sfida al popolo siciliano». «Faccio appello al presidente Conte», ha aggiunto il governatore. «Dal governo regionale siciliano è arrivato finora un responsabile atteggiamento alla gestione unitaria di questa emergenza, ma serve reciprocità».
«Centonovantaquattro poveracci salvati in are sarebbero, secondo il presidente Musumeci, una sfida la popolo siciliano», ha commentato il presidente della commissione Antimafia dell’Ars. «La richiesta al governo di impedire lo sbarco a Messina è grottesca. Ma se poi si chiama in causa anche il popolo siciliano, il grottesco di fa ridicolo». Per la ong Mediterranea saving humans, infine, le parole del governatore «hanno il sapore disgustoso dello sciacallaggio, fatto solo per fini politico elettorali».