Donald Trump ha rispolverato un’idea in cui da sempre crede molto: applicare forti dazi sulle auto di importazione in modo da favorire il mercato automobilistico made in Usa. «Congresso, fatti furbo – ha scritto su Twitter – I paesi che spediscono qui le auto si sono avvantaggiati ai danni degli Usa per decenni. Il presidente ha un grande potere su tale questione. Visto il caso della Gm, la situazione viene esaminata adesso».

Con l’introduzione di dazi su vetture straniere «molte più auto sarebbero state costruite negli Stati Uniti – ha continuato Trump – e Gm non chiuderebbe gli impianti in Ohio, Michigan e Maryland».

CIÒ A CUI si riferisce The Donald è la chiusura annunciata da General Motors di 5 dei loro stabilimenti, 4 negli Stati Uniti e 1 in Canada, con un taglio di oltre 14mila posti di lavoro proprio in quegli Stati che sono stati fondamentali nel portarlo alla presidenza.

I TWEET DI TRUMP arrivano a pochi giorni dall’inizio del G20 di Buenos Aires al quale sembrava che il presidente Usa si stesse preparando, anche con una parziale apertura al commercio globale, per una distensione con la Cina. Le sue dichiarazioni via social media hanno provocato la reazione del Fondo Monetario Internazionale, Fmi: «Sappiamo che le crescenti barriere commerciali sono controproducenti per tutti i soggetti coinvolti» ha affermato Christine Lagarde, direttrice del Fmi, nell’intervento rivolto ai Paesi del G20, in cui ha chiesto di «cambiare la rotta» sui dazi, perché le barriere commerciali «sono controproducenti per tutti». «Abbiamo un’opportunità unica per migliorare il sistema del commercio globale – ha proseguito Lagarde – La ricerca del Fmi suggerisce che la liberalizzazione degli scambi di servizi potrebbe,a lungo termine, aumentare dello 0,5%, 350 miliardi di dollari, il Pil dei Paesi del G20».