Partire con il piede giusto a volte consente di godere di vantaggi decisivi nella vita. Avere il piede giusto, però, può cambiare la vita. Vikash è nome comune in India e se hai un padre indiano che te lo appioppa alla nascita ti chiameranno così, anche se sei nato alle Mauritius da una madre mauriziana. Ma se un giorno tuo padre, impiegato nell’amministrazione mauritana, decide di dare una svolta alla sua vita e con tutta la famiglia si trasferisce in Francia a fare l’operaio, per dare un futuro migliore ai figli, vuol dire che diventi francese fin dalle elementari, in particolare quando all’uscita di scuola butti la cartella in un angolo e giochi a calcio con gli altri bambini francesi e quelli extracomunitari, algerini e arabi soprattutto, se abiti a Caucriauville, un quartiere periferico di Le Havre, porto di grandi migrazioni europee e italiane verso altri continenti all’inizio del Novecento. Se poi hai il piede giusto e arrivi a giocare in nazionale, fino alla finale dei mondiali di calcio di Berlino contro l’Italia nel 2006, insieme a Zinedine Zidane, non puoi cantare l’inno nazionale indiano e neppure quello delle Mauritius, ma la Marsigliese perché ti senti francese e parli di identità francese.

AL MILAN
È questa la storia incredibile di Vikash Dhorasoo, che ha giocato nella squadra della sua città prima di fare il salto nel grande calcio, Lione, Paris Saint Gemain, fino al Milan di Carlo Ancelotti, per sostituire all’occorrenza due grandi campioni come Andrea Pirlo o Clarence Seedorf, squadra con la quale è stato vicecampione d’Europa nel 2005 nella famosa finale persa dai rossoneri ai rigori contro il Liverpool, dopo aver chiuso il primo tempo con un vantaggio di 3 a 0.

LE HAVRE
Vikash Dhorasoo è figlio di operai emigrati in Francia, ha vissuto a Le Havre, in un quartiere operaio dove abitavano gli operai extracomunitari, ha giocato nella squadra della sua città, sostenuta da tifosi di colore, è un uomo di sinistra e a Milanello non era visto di buon occhio dai suoi compagni di squadra quando leggeva quotidiani che non erano dell’area berlusconiana. Si è schierato pubblicamente con Hollande durante la campagna elettorale per le presidenziali francesi e al fianco di Anne Hidalgo, candidata a sindaco di Parigi, che recentemente ha invitato nella capitale francese il sindaco di Riace Mimmo Lucano, e a fine carriera ha incontrato i ragazzi delle banlieue parigine per un anno.

ANTIRAZZISMO
Attivo nelle campagne antirazziste, Dhorasoo ha fondato il sito «Un altro calcio è possibile», dove tutti possono avanzare proposte per un calcio più umano, diverso da quello vissuto da lui figlio di un sistema capitalistico verso cui Dhorasoo non esita a puntare il dito. Definisce il cosiddetto mercato dei calciatori espressione del liberalismo estremo, pur consapevole di aver fatto parte del gioco e di aver contribuito ad alimentarlo, cosciente che i milioni di euro guadagnati, compresi quelli che gli ha dato Berlusconi al Milan, gli consentono di vivere bene per il resto della vita.

IL LIBRO
Tutto questo e ben altro è contenuto nel bel libro scritto da Vikash Dhorasoo Con il piede giusto ( 66thand2, euro 15), un libro piacevole, a volte ironico, scritto con chiarezza e senza fronzoli, dove l’ex nazionale francese parla della sua vita in Francia, di libri, di film e registi, tra l’altro nel 2006 ha realizzato il film Substitute in collaborazione con Fred Poulet. Un libro Con il piede giusto che evidenzia un sorprendente livello culturale rispetto alla gran parte dei calciatori, vi sono pagine dove si legge di spezie orientali, che tanto hanno caratterizzato la cucina di famiglia e di partite di calcio disputate nelle rampe delle scale del condominio di casa a Le Havre, prima di giocare al Parco dei Principi con il Paris Saint Germain dei sultani arabi: «Considerate le mie origini, ero destinato più a diventare un giocatore di cricket o di badminton, oppure un attore di Bollyhood, o addirittura un campione di cheese naan. No, invece mi è caduto in testa il calcio, uno sport che in India è stato importante fino al 1950, anno che segna il suo declino».
Nonostante il calcio gli abbia aperto le porte di un mondo altrimenti inaccessibile, Dhorasoo è stato più volte oggetto di discriminazioni razziali, quando a Le Havre dopo l’ultima partita giocata con l’Hac, la squadra locale, prima di passare al Lione, notizia ampiamente anticipata dalla stampa sportiva, la sera venne respinto insieme alla moglie all’ingresso di una discoteca, oppure quando fu fermato dalla polizia e sbattuto al muro insieme ad altri giovani di colore e ammanettato, salvo dopo aver mostrato i documenti essere immediatamente rilasciato per il semplice fatto di chiamarsi Dhorasoo ed essere un giocatore della nazionale francese. Il suo percorso familiare è chiaro, come la sua fede politica: «A casa nostra abbiamo festeggiato, Cauciauville vota a sinistra, all’epoca Le Havre era comunista. Vengo dagli assegni familiari, dalla previdenza sociale e dai sussidi di disoccupazione. In differenti forme la nostra famiglia ha restituito il suo debito con la società, e anche di più. E ne vado molto fiero. Quindi sì, voterò a sinistra per tutta la vita».