La seconda decade dei duemila non passerà alla storia come la stagione della musica politica e dell’impegno politico di artisti e artiste. Sicuramente nel nostro paese, a differenza di quel che accade in altre latitudini e longitudini. Certamente non mancano gli esempi virtuosi, e gli incontri tra attivismo e arte, ma allo stesso tempo gli esempi di nuovi artisti di successo che sono anche attivi politicamente si contano sulla punta di una mano.

Certo esiste il festival Alta Felicità in Val di Susa, ma ci sono anche eccezioni che confermano le regola: la Garrincha Dischi, etichetta discografica bolognese, per esempio ha deciso di dedicare parte della sua attività al sostegno alla lotta dell’EZLN nel sud-est messicano precisamente nello stato del Chiapas.

Così è stato pubblicato in 101 copie, e on line, un disco Arte al servizio del Pueblo con 6 brani musicali composti e suonati da Keaton, Lo Stato Sociale, COSTA!, Punkreas, Espana Circo Este, Io e la Tigre, The Bluebeaters, Teta Mona, Prince Jaguar, Frank Agrario, Signor K, Mama Afr!ka. Il disco è stato presentato con con due live. Meglio sarebbe dire con due e veri propri festival di 10 band, sotto il nome di Garrincha Loves Chiapas, lo scorso 10 novembre al Laboratorio Sociale di Alessandria e il giorno seguente al Centro Sociale Rivolta di Marghera. Abbiamo incontrato Matteo Romagnoli, inventore e motore di Garrincha, rubando qualche minuto in queste frenetiche giornate.

Come nasce l’idea di Garrincha Loves Chiapas?

Dalla voglia di raccontare quello che abbiamo visto e sentito durante il nostro viaggio con il collettivo 20ZLN nel maggio 2016. Dalla voglia di dare anche un sostegno economico alle comunità Zapatiste per sostenere la loro diversità e il loro progetto che da qui può sembrare un utopia ma che è realtà giornaliera. Abbiamo deciso di farlo come etichetta e come collettivo di musicisti. Infine c’è anche l’esigenza di trovare una scusa e occasione per tornare nuovamente in quelle terre.

Garrincha è etichetta indipendente capace di concorrere con le Major. Stanno tornando gli anni  in cui si può stare fuori dalle multinazionali?

Più che concorrere creiamo un alternativa. Perché oggi si può fare. Si può restare ai confini del sistema e qualche volta ci si può pure permettere di collaborare con le major. Perché no. Continuando però a fare la propria musica alle proprie regole. É un grande momento per chi ha voglia di sbattersi.

Torniamo a Garrincha Loves Chiapas: dopo i 2 concerti e il disco come proseguirà il Progetto?

Il progetto continuerà con il sostegno del disco di sei pezzi prodotto da Enrico Roberto, che di soprannome fa “Carota”, de Lo stato sociale al quale hanno partecipato diverse bande della grande famiglia Garrincha Dischi e altri artisti solidali. Il titolo é Arte al servicio del Pueblo vol.1 ed é una raccolta di suoni e parole raccolte da Enrico assieme a me durante il nostro recente viaggio nelle comunità Zapatiste e nel Messico che resiste. Una volta tornati abbiamo campionato suoni, registrato parole. Gli appunti di viaggio e degli incontri che avevamo preso sono poi diventati i testi delle canzoni dell’album. Il progetto continuerà con un volume due che scaturirà dal nuovo viaggio in terra Zapatista. Sarà nel 2019 e vedrà coinvolti molti elementi delle band che hanno partecipato al disco e ai due festival.