Dopo vent’anni di attesa, ieri la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini ha presentato l’anagrafe dell’edilizia scolastica. Più volte annunciata dal suo governo, oggi sembra che questo strumento indispensabile per la sicurezza degli studenti sia stato ultimato.Sono 33.825 gli edifici scolastici attivi su un totale di 42.292. Oltre la metà degli edifici, il 55%, è stato costruito prima del 1976. Quasi la metà (49%) ha il certificato di collaudo statico; circa il 50% degli edifici è stato costruito prima del 1971, anno in cui è entrata in vigore la normativa sul collaudo statico. 8.450 edifici sono inattivi perché in ristrutturazione o dismessi o in costruzione. Diciassette sono quelli inattivi per calamità naturali. Mancano l’8% dei dati che non sono stati forniti dagli enti locali ai quali spetta comunicarli.

Ieri Giannini ha firmato un decreto per avviare analisi diagnostiche sui solai in 7.000 scuole. Con questo strumento, la ministra ritiene che oggi il «100% delle scuole» sia al sicuro. «Questo non vuol dire che non possano accadere episodi che mi auguro siano memoria – ha detto – ma abbiamo fatto pass avanti sulla programmazione». La Lombardia è la regione con il maggior numero di edifici in totale (5.964), ma anche di quelli attivi (5.532). Il Lazio ne ha 4.345, quelli funzionanti sono solo 2.423. In Piemonte, su 3.115 ne funzionano 3.112. Il 77% degli edifici scolastici sono di proprietà comunale, il 9% provinciale, il 2% appartiene a un altro ente pubblico e un altro 2% a privati. Giannini ha confermato l’impegno finanziario per la messa in sicurezza delle scuole. Con queste risorse saranno effettuati oltre 3.500 interventi che sono già partiti o partiranno entro il 2016. Dalle 17 di lunedì 10 agosto l’anagrafe sarà consultabile online sul sito del Miur.

Per la Uil-Scuola è «una buona notizia, Ma ben il 55% degli edifici ha più di quarant’anni, in più del 50% non sono rispettate le norme antincendio, l’8% degli edifici censiti risulta inutilizzato». Il lavoro è ancora molto lungo, considerando che la maggior parte dei fondi stanziati dal governo serviranno per interventi cosmetici alle strutture, molte delle quali hanno invece bisogno di interventi strutturali.
Sul fronte delle stabilizzazione in corso degli oltre 102 mila docenti, il ministero dell’Istruzione continua a manifestare nervosismo. I racconti sul «boicottaggio» della procedura che obbligherà i prof a lasciare famiglie, case, figli e anni di lavoro nelle province di residenza per mantenere un posto di lavoro ha portato ieri il Miur a pubblicare nuove statistiche sulle domande presentate. Ad averle presentate sarebbero stati il 50% degli interessati. Ne sono attese 60 -70 mila. Oltre la metà degli aventi diritto è iscritto on line. In totale dovrebbero essere dunque 30 mila circa le domande, anche se non si conoscono i dettagli: sono quelle compilate o anche definitive? Questo numero contempla i docenti che sono stati assunti nelle fasi precedenti del regolare turn-over oppure è un numero ancora grezzo? Dai racconti che circolano in rete in queste ore si legge ancora apprensione e rabbia per una scelta imposta al buio e senza certezze professionali.