L’Italia non è l’Islanda. E si sapeva. Le autorità islandesi avevano rispedito a casa l’Under 21 italiana con un gruppetto di positivi, obbligando l’Uefa al rinvio della partita. Il protocollo approvato mesi fa con contagi quasi allo zero sulla partita da giocare, se disponibili 13 calciatori e almeno un portiere? Nel cestino dei rifiuti. Non in Italia.

E quindi il Napoli, che ha evitato un possibile cluster in casa Juventus seguendo le indicazioni dell’Asl Napoli 2 Nord, per la sua assenza a Torino perde la gara a tavolino ed è penalizzato di un punto. C’è già il ricorso del club azzurro. Ma la decisione del giudice è un atto dovuto sulla base delle norme sportive. E pure giustificato, finché è in vigore l’ormai ridicolo protocollo sanitario che non riconosce il ruolo delle Asl e produce positivi in serie. Il conflitto di poteri tra il protocollo Figc firmato dal Governo, superato dalla curva del Covid-19 e il potere delle Asl è irrisolto. Ancora si gioca con 13 atleti sani: il rinvio di Juve-Napoli avrebbe portato automaticamente al rinvio di gare di squadre anche con un solo positivo. Non è ridicola la sentenza, ma l’immobilismo di Lega e Figc ancorate al protocollo fatto a pezzi dagli islandesi.

Ma l’Islanda non è l’Italia.