Si tratta di 2mila firme originali o di elenchi con gli autografi ricopiati dai 5stelle per correggere in extremis qualche errore materiale che 4 anni fa avrebbe potuto determinare l’estromissione della lista M5S dalle comunali di Palermo? La carpetta con i documenti ufficiali è al vaglio di un perito calligrafico incaricato di verificare la veridicità delle firme. Le carte sono state acquisite da Carmelo Miceli, avvocato e segretario del Pd a Palermo, su delega del consigliere dem Antonella Monastra che ha richiesto l’ accesso agli atti per accertare quanto denunciato da alcuni attivisti ed ex del M5S già nel 2012.

Nonostante la Digos abbia archiviato quelle denunce il caso è riesploso dopo che un anonimo ha trasmesso gli elenchi con le firme che appaiono originali a le Iene quattro mesi fa. Non solo. Una mail è arrivata anche alla segreteria di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, che però solo ora ne svela l’esistenza ammettendo di averla ricevuta il 12 settembre scorso. «Si tratta di una email inviata da mittente anonimo e non firmata – spiega Di Maio – La settimana scorsa è stata inoltrata ai carabinieri, per ogni loro eventuale valutazione». Non dice altro Di Maio, costretto di nuovo a rispondere di rimessa.

Alcuni attivisti sono già sul piede di guerra, e a Palermo la tensione tra i militanti è altissima. In ballo ci sono le candidature proprio alle comunali di Palermo del 2017: 120 curricula da settimane all’esame di una task-force, guidata dal deputato Riccardo Nuti. Fu proprio Nuti a candidarsi a sindaco di Palermo quattro anni, rimanendo fuori anche dal consiglio comunale perché il M5S non superò lo sbarramento del 5%. Al fianco di Nuti c’erano anche Claudia Mannino, deputata, e Samantha Busalacchi, in corsa per la candidatura a sindaco e ora tirate in ballo sulla questione delle firme di 4 anni fa.