Vi è un rischio, attualissimo, che accompagna le inchieste della magistratura veneziana sul «sistema MoSE»: che ritiratasi la marea degli arresti, quelli già eseguiti e quelli che verranno, e abbassatasi l’onda dell’indignazione, tutto torni come prima. Ci stanno provando gli attuali vertici del Consorzio Venezia Nuova (CVN), augurandosi che siano «distinte dall’opera eventuali responsabilità personali» e affermando come vada «respinto qualsiasi tentativo di fermare il MoSE». Come osservava l’altro ieri Eddy Salzano sul manifesto, questa vicenda è paradigmatica per ciò che accaduto intorno alle «grandi opere» infrastrutturali. La norma istitutiva della «concessione unica dello Stato», votata dal Parlamento nel 1984,...
Politica
Commissione d’inchiesta sulla Laguna mangiasoldi
Grandi opere. Serve chiarezza sui fondi pubblici gestiti per la Laguna dall’84 in poi. E va abolita la «legge Obiettivo», all’origine della corruzione