Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, disinnesca l’ennesima mina che rischiava di esplodere nella maggioranza, costituita dalla presidenza della commissione d’inchiesta sulla banche. Ospite a «Porta a Porta», spiega di aver parlato con il senatore pentastellato Elio Lannutti, scelto dai grillini, cui spetta la guida della commissione, ma bocciato sonoramente dal Pd e da Italia viva. Lannutti, spiega Di Maio, «si è detto disponibile a un passo di lato». Insomma, il leader 5S è attento a sottolineare che il senatore, che era stato al centro delle polemiche per aver condiviso un tweet antisemita sui falsi Protocolli dei Savi di Sion e che ha un figlio impiegato alla popolare di Bari, ha scelto di chiamarsi fuori.

Tramontata la sua candidatura, nella rosa dei nomi votati da parlamentari per la presidenza, ricorda ancora Di Maio, «credo che in ordine ci fossero i deputati Alvise Maniero e Carla Ruocco».
L’intesa sulla presidenza della commissione parlamentare banche su un nome che sia gradito anche agli alleati sembra dunque più vicina. Oltre a Maniero e Ruocco, quest’ultima presidente della commissione Finanze della camera, sono in corsa anche il questore del Senato Laura Bottici e il deputato Raphael Raduzzi.

L’accordo sulla guida della commissione potrebbe incrociarsi anche con nuove nomine, se si tratterà di sostituire che ricopre incarichi come appunto Ruocco o Bottici e con l’elezione del presidente della commissione sui fatti di Forteto. Se ne riparlerà comunque a gennaio, il mese dell’attesa «verifica» messa in programma dal premier Conte.