L’unico che volava intrepido verso l’incendio era il colibrì, che nel becco portava una goccia d’acqua. Allo stupore degli altri animali, in fuga dalle fiamme che divampavano nella foresta, il colibrì rispose: «Io faccio la mia parte. Se ciascuno facesse la sua l’incendio sarebbe domato». All’antica leggenda è ispirato il neocomitato alessandrino «Colibrì – diritto al presente, diritto al futuro» nato su ispirazione delle vecchie Soms, come progetto di muto-aiuto tra lavoratori in crisi.
«Ci siamo accorti di come, in pochi mesi, la situazione di colleghe, che da un giorno all’altro perdevano il lavoro, precipitasse. E di come la fascia dei nuovi poveri, quelli che non hanno i requisiti per l’assistenza sociale ma nemmeno per chiedere un prestito in banca, si allargasse. Per evitare che la solitudine prendesse il sopravvento, abbiamo lanciato il progetto» racconta Gianna Dondo, educatrice. Sono stati proprio gli operatori dei servizi educativi e di altre partecipate in lotta da mesi, come Aspal, a promuovere il comitato con lo scopo di sostenere chi si trova in difficoltà occupazionale e di reddito, con particolar attenzione alle donne sole, monoreddito, con figli (o genitore o coniuge) a carico.
«È una positiva riaggregazione dal basso, ma sancisce anche il fallimento del welfare. Quello che avrebbero dovuto fare le istituzioni pubbliche, lo facciamo noi. Si torna indietro, alle vecchie società di mutuo soccorso» sottolinea Stefano Bianco, animatore e rsu Cgil. Un fondo raccoglie sottoscrizioni. Tra le iniziative: prestiti a tasso zero, microcredito, sportelli con assistenti sociali, aggiornamento professionale, sostegno al ricollocamento e a progetti imprenditoriali, campagne sull’integrazione. «Uno degli obiettivi – conclude Dondo – è ricostruire tessuto sociale, perché, al di là delle nostre mobilitazioni, spaventa il silenzio assordante che si sente ad Alessandria. Gli alessandrini li ha raccontati bene Giulio Massobrio nel suo giallo ambientato in zona: acini di un grappolo d’uva, vicini ma per caso. Noi proviamo a legare acino con acino».