Due giorni prima dell’inizio delle vacanze estive, il 18enne Salvador Ramos è entrato nella Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, e ha aperto il fuoco sugli studenti, uccidendo 19 bambini e due adulti. Anche Ramos è morto, ucciso dalle forze dell’ordine accorse per gli spari. Prima di commettere il massacro, Ramos aveva sparato in faccia alla nonna che si trova in ospedale in condizioni critiche.

Le autorità  continuano a cercare indizi sul movente del giovane, a sua volta uno studente del liceo che fa parte del complesso scolastico, ma finora non ci sono risposte alle domande che tutti si fanno sul perché di questo massacro. Sul suo account Facebook Ramos aveva annunciato l’intenzione di sparare alla nonna e poi l’attuazione del proposito, per poi anticipare l’intenzione di aprire il fuoco sulla scuola elementare. I due fucili usati nelle sparatorie erano stati acquistati legalmente il 17 e il 20 maggio; aveva compiuto 18 anni il 18 maggio: la sua prima azione da maggiorenne è stata acquistare munizioni e armi da fuoco.

MENO DI UN ANNO FA, il 16 giugno 2021, il governatore repubblicano del Texas, Gregg Abbott, aveva firmato la proposta di legge che consente ai texani di armarsi anche senza porto d’armi, passo che gli è stato rinfacciato da Beto O’Rourke, politico democratico che sfiderà Abbott a novembre nelle elezioni di midterm. «È il momento di fermare la follia – ha dichiarato O’Rourke dopo essere stato cacciato dalla conferenza stampa – Questi eventi non sono imprevedibili e continueranno ad avvenire finché non ci saranno leggi restrittive sulle armi».

O’ROURKE non è l’unico politico ad esporsi. Il primo a prendere la parola è stato il senatore democratico del Connecticut Chris Murphy, che in un intervento al Congresso si è rivolto ai colleghi repubblicani: «Vi supplico in ginocchio, non concordiamo su niente ma lavorate con noi per trovare un modo per approvare leggi che rendano questo disastro meno probabile (…) Non succede da nessun’altra parte, se non qui negli Stati uniti d’America. È una nostra scelta lasciarlo continuare. Risparmiatemi le cazzate sulla salute mentale, non abbiamo più malattie mentali di qualsiasi altro Paese, ma siamo un valore anomalo quando si tratta di accesso alle armi da fuoco e della capacità di criminali e persone molto malate di metterci le mani sopra. Cosa ci stiamo a fare qui? Perché passate tutto questo tempo a correre per il Senato , perché affrontate tutta la seccatura di ottenere questo lavoro, di mettervi in una posizione di autorità, se non c’è la vostra risposta quando il massacro aumenta, mentre i nostri ragazzi corrono per salvarsi la vita. Perché siete qui se non per risolvere un problema esistenziale come questo?».

IL MASSACRO DI UVALDE è la sparatoria in una scuola più tragica in quasi 10 anni, da quando 20 bambini e sei adulti sono stati uccisi alla Sandy Hook Elementary School di Newton, Connecticut, nel 2012. I paralleli tra i due massacri sono impressionanti: gli assassini sono entrambi uomini, appena maggiorenni, con legami con la scuola, ossessionati dalle armi. Due scenari così simili avvenuti agli estremi opposti del Paese, nel Connecticut liberal del nord est democratico e nel super repubblicano Texas, simbolo del profondo far west. A dimostrare che quella che è ormai definita «un’epidemia di mass shooting» si replica uguale a se stessa nei punti più distanti degli Usa in termini geografici, ideologici, sociali.

NEL DISCORSO alla nazione fatto da Biden appena tornato dall’Asia, il presidente ha invitato gli Usa a trasformare il dolore collettivo in azione politica: «Sono stanco, sulle armi possiamo e dobbiamo fare di più. Perché vogliamo vivere con questa carneficina? Perché continuiamo a consentire che questo accada? Per l’amor del cielo dove è la nostra spina dorsale? (…) Quando per l’amor del cielo affronteremo la lobby delle armi?».

Difficilmente sarà a breve. Trump, il senatore Gop del Texas Ted Cruz e lo stesso Abbott si sono detti ancora pronti a prendere parte alla riunione dell’Nra, la lobby delle armi, che si terrà a Houston fra due giorni. Proprio da Houston, Loretta Bersani, che sulla sua pagina Instagram «La zia d’America» racconta la vita in Texas e la politica Usa, ha spiegato di come sua figlia di sette anni le ha dettagliato cosa fare in caso di mass shooting: «Chiudere le finestre e fare il buio – ci ha spiegato Bersani al telefono – Raggrupparsi in un angolo. Stare lontani dai maestri che vengono uccisi per primi. Ma quello che mi ha distrutta è stato il suo tono normale, questa è la sua normalità».

DURANTE L’ATTACCO al Congresso del 6 gennaio 2020 Nancy Pelosi aveva sottolineato lo stesso aspetto, i più preparati erano stati i collaboratori giovani: «Ci dicevano cosa fare per proteggerci, dove nasconderci. Era per  tutte le esercitazioni anti mass shooting che avevano fatto a scuola».