La figura e l’opera di Enrico Berlinguer sono state utilizzate, nella lunga crisi della sinistra, in tutte le direzioni. C’è un irrisolto rapporto tra l’attualità (culturalmente indefinita) della sinistra politica italiana, le domande sociali e civili -specie dopo la pandemia- e il senso di appartenenza ad una storia collettiva.

Chissà se, nel 2021, a cento anni dalla nascita del Pci e a cinquanta da quella de il manifesto come quotidiano, ci sarà la possibilità di ricostruire un rapporto critico con questa storia, e non strumentale. Mi aspetto tuttavia, anche in occasione del trentaseiesimo anniversario della morte del segretario più amato del Pci, nuove puntate di un revisionismo superficiale che anche in occasione del ventennale della scomparsa di Bettino Craxi, è scivolato sul vetro di una politica con poco costrutto etico e ideale. In senso diverso, ricco per impianto e per testimonianze, va il libro di Piero Ruzzante, insieme ad Antonio Martini, uscito in questi giorni per Utet (Eppure il vento soffia ancora).

É oggi la crisi del capitalismo finanziario, precipitata di fronte alle dimensioni del Covid-19, a chiamare in causa la necessità di un nuovo pensiero critico. La sinistra neoliberale degli anni ’90, fino agli adepti nostrani più recenti, non esprime più un pensiero sul mondo. Lo esprimono, un pensiero, totalmente al di fuori dalla democrazia e dai grandi valori costituzionali, i sovranisti, fino alle componenti apertamente xenofobe e razziste.

La chiarezza con cui questa crisi dice che la salute non può essere merce, così come la cultura e il sistema dell’istruzione, va direttamente ai fondamenti di una nuova visione mutualistica e socialista. Il tema di fondo è cosa voglia dire uguaglianza, oggi, e quali siano le politiche che possano dare a questo valore un senso. Il mondo diseguale esplode, da Minneapolis a Bristol, e manca ancora un partito, in senso alto, e cioè un progetto politico e culturale organizzato nella società, con una guida capace di interpretare il presente, che faccia della lotta alla disuguaglianza -di classe, di genere, di generazione, rispetto all’uso distruttivo delle risorse del pianeta, civili- un vero e proprio programma.

Per questo abbiamo dato vita – con la rivista Infiniti Mondi, con l’associazione Esse, con esperienze avanzate del femminismo e del diritto alla salute- all’Università dell’Uguaglianza, una scuola di politica che lavori sulla costruzione di una nuova cultura e di nuove forme di organizzazione. Si tratta di un progetto ad uno stadio iniziale, che si basa su un Manifesto per l’Uguaglianza (si può consultare su www.facebook.it/universitadelluguaglianza/ ), aperto al contributo di tutte e di tutti.

Oggi muove il primo passo, in collaborazione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e con l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra, discutendo (con Aldo Tortorella, Luciana Castellina, Vincenzo Vita, Rosaria Iardino, Vittoria Franco, Mario Agostinelli, e tante altre e tanti altri) del Modernissimo Berlinguer, con una diretta dalle 16 alle 19 sulle pagine FB dei promotori: e cioè di quanto la ricerca dell’ultimo Berlinguer sia andata oltre i confini tradizionali della sinistra, per indagare le grandi ingiustizie e le grandi contraddizioni del suo tempo. Tanti anni dopo, quelle ingiustizie e quelle contraddizioni si sono fortemente acuite, e richiedono coraggio nel pensiero e nell’azione.