Dissolta la tempesta mediatica nazionale seguita al tragicomico balletto dei commissari alla Sanità, la Calabria è uscita dal cono di luce che ne aveva illuminato lo stato disastroso. Eppure la situazione, da qualche settimana, non è più come quella della primavera dell’anno scorso, quando, dalla Calabria, ancora abbastanza preservata dal virus, assistevamo ai drammatici fatti della Lombardia.

Ora siamo colpiti anche qui nello stesso straziante modo.

Negli ospedali non c’è più posto, i pazienti Covid vengono dirottati in altre regioni, alcuni muoiono nelle ambulanze, molti altri, soprattutto anziani, muoiono a casa senza neppure la grazia di un tampone, senza una visita medica.

I numeri ufficiali sono diventati, in queste ultime settimane, sempre più preoccupanti: circa 13.000 casi attivi attualmente, 600 nuovi contagi al giorno e 10 morti quasi quotidiani (solo all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza 82 in un mese), con un indice di positività del 14%, più del triplo di quello nazionale che è del 4,4%.

Noi meridionali e calabresi temevamo che questa pandemia potesse espandersi e incrudelirsi anche al Sud perché sapevamo che le nostre strutture sanitarie sono in condizioni disastrose e che i nostri sanitari sono pochi e impreparati alla bisogna, ma niente è stato fatto per rafforzare strutture e personale medico. Niente.

La Calabria, nonostante il nuovo commissario Longo, è la sola regione italiana, ancora priva di un piano anti-Covid tanto che le terapie intensive sono rimaste 152 a fronte delle 280, appena sufficienti, previste già un anno fa per poterci avvicinare alle 14 per 100mila abitanti della media nazionale, invece delle 7,9 attuali.

A fronte della media nazionale di 3,2 posti letto ospedalieri ogni mille abitanti, la Calabria ne ha la metà: 1,7.

Dal 2010, quando fu commissariata la Sanità calabrese, ad oggi si sono succeduti molti Commissari che – nonostante i pesanti tagli agli investimenti, i mancati turn over del personale sanitario, il blocco delle assunzioni, la chiusura di decine di piccoli e medi ospedali che garantivano la tenuta della medicina del territorio- hanno portato il disavanzo da 150 milioni ad una cifra che alcuni stimano essere di più di 1 miliardo.

Tutto questo senza che i presidenti ed i consiglieri, alternativamente, di maggioranza ed opposizione regionali, di centrodestra e di centrosinistra, ponessero, con forza, al centro della loro battaglia politica la Sanità. È stata, anzi, solo terreno di sterili o dannose polemiche e di totale immobilismo.

E la vaccinazione va nel peggiore dei modi: la Calabria è all’ultimo posto avendo somministrato il 75,1% delle dosi distribuite dallo Stato alle Regioni; non si capisce che fine abbiano fatto oltre 74.000; la percentuale di vaccinati alla voce «altri», che però comprende anche i «fragili», è la più alta d’Italia con oltre il 30,6%, 106.374 su 346.586, mentre i sanitari vaccinati sono 80.209 e gli ultraottantenni solo 100.716.

Una situazione così catastrofica pretende una risposta dal governo, perché, nonostante il commissariamento sia della Sanità regionale con il commissario Longo, sia del piano vaccinale nazionale con l’alpino Figliuolo, i calabresi non hanno le stesse cure mediche che spettano, secondo l’articolo 32 della Costituzione, ad ogni cittadino italiano.

Il governo deve spiegare perché non sono state predisposte le terapie intensive e i letti ospedalieri per le degenze Covid e non-Covid, al punto che moltissimi pazienti affetti da altre patologie non riescono a ricevere le cure dovute.

Perché non è stato approntato e realizzato un piano sanitario regionale anti-Covid?

Perché il piano vaccinale funziona così a rilento e in maniera così poco trasparente?

Perché il generale Figliuolo – che in occasione della sua visita in Calabria si è incontrato con il commissario Longo e con il Presidente-chef leghista Spirlì- ha certificato, invece, che il piano di vaccinazione predisposto da Regione e struttura commissariale andava benissimo e che non c’erano aggiustamenti da fare?

Perché il governo, alla luce dei dati sopraesposti, ha incredibilmente deciso di far passare la Calabria da zona rossa ad arancione?