La Corte suprema degli Stati uniti ha respinto la richiesta degli avvocati di Donald Trump di bloccare il rilascio delle dichiarazione dei redditi del tycoon, accettando invece quella della procura di New York. Anche se le dichiarazioni dei redditi sono protette dalla divulgazione al pubblico a causa delle regole di segretezza del gran giurì, la decisione della Corte suprema potrebbe decretare la fine politica ed economica dell’ex presidente.

I documenti in questione vanno dal 2011 al 2019 e riguardano l’assunzione da parte della Trump Organization dell’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, e il denaro che avrebbe pagato a due donne che affermavano di aver avuto relazioni con il tycoon. L’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance, ha ampliato l’indagine sulla legalità delle detrazioni fiscali di Trump e su ciò che la sua organizzazione ha dichiarato a istituti di credito e autorità fiscali sul reale valore dei suoi beni.

In caso di rinvio a giudizio, e se le tasse dovessero far parte della documentazione depositata dalla pubblica accusa, si saprà se The Donald è davvero ricco, quindi ha evaso le tasse, o se è indebitato e ha ottenuto i prestiti minacciando di dichiarare il fallimento, tecnica già usata in sette procedimenti di insolvenza.

La Corte ha respinto anche le richieste degli avvocati di Trump di esaminare la legalità del risultato elettorale delle elezioni presidenziali in cinque Stati, riconfermando il giudizio di gennaio.