Pochi giorni fa, Andrea Cozzo, docente all’Università di Palermo e persona che si dice eterosessuale, ha indossato in classe una maglietta sulla quale campeggiava la scritta “io sono omosessuale”, suscitando una forte eco mediatica. Cozzo ha poi scelto di partecipare ad un dibattito intitolato “Omofobia/Omofollia. Due tesi a confronto” presso la sede palermitana di Forza Nuova il prossimo 30 giugno. Ne discuterà con Massimo Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova.

“Omofobia/Omofollia” sarebbero “due tesi a confronto”, come recita la locandina preparata da Forza Nuova, due concetti equivalenti, due posizioni egualmente legittime? No. Pensarlo e agire in modo che lo si possa pensare costituisce uno scandalo politico contro il quale l’intero movimento Lgbtqi+, nella polifonia delle sue voci, dovrebbe insorgere in modo compatto. Eppure non lo fa.

In quanto lesbiche, gay, queer, trans, intersex militant* antifascist* teniamo a rivoltarci contro gesti che sdoganano il pensiero e la violenza neofascista. Amici e compagni Lgbtqi+ si stupiscono della nostra indignazione e ci dicono che Andrea Cozzo è persona gentile, in buona fede, colta, un ottimo docente.

La gentilezza e la cultura di Cozzo rilevano in questo dibattito che verte sui fondamenti politici della democrazia e su quelli delle lotte minoritarie quanto il colore dei suoi occhi o il suo segno zodiacale. C’è bisogno di ricordare che gli eterosessuali hanno altre modalità per mostrarsi nostri “alleati” politici rispetto all’usurpazione della nostra parola? C’è bisogno di dire che Forza Nuova è un partito neofascista? Che organizzare “dibattiti” di questo tipo fa parte della strategia di partiti e movimenti neofascisti quali Forza Nuova o Casa Pound per sdoganarsi? Che “omofollia” è una categoria creata dai gruppi neofascisti con l’intento di legittimare attraverso nuove modalità espressive la loro visione razzista e omolesbotransfoba del mondo? C’è davvero bisogno di ripetere che antirazzismo e razzismo non sono “due tesi a confronto”? Che non lo sono antifascismo e fascismo, né antisessismo e sessismo?

Come lesbiche, gay, queer, trans, intersex militant* antifascist* reagiamo non contro una persona, ma contro gesti politici per noi inaccettabili e forieri di gravi conseguenze. “Crociera”, “invasione islamica”, “pacchia”, “il gender”, “l’omofollia” sono parole forgiate o usate dall’estrema destra e dai reazionari: non legittimiamo le categorie dei nostri avversari dibattendone con loro, tanto più, come in questo caso, quando si tratta di neofascisti. Legittimarle significa legittimare il loro mondo e le violenze che esso produce e produrrà, in particolare sui corpi Lgbtqi+ e/o migranti.

L’intervento di Cozzo presso la sede di Forza Nuova non servirà a spiegare niente ai neofascisti di Forza Nuova, ma sarà un ulteriore segno della regressione democratica che stiamo vivendo nel nostro paese. I fascisti si combattono, non si sdoganano. Quarantanove anni dopo la rivolta di Stonewall, possiamo ancora veramente dirci lesbiche, gay, froci, frocie, trans, queer, intersex antifascist* se non reagiamo a questo scempio?

prime firme:

Silvia Antosa, Francesco Bilotta, Ethan Bonali, Lilian Capuzzimato, Yàdad De Guerre, Maya De Leo, Sara Garbagnoli, Luca Greco, Vanni Piccolo, Charlotte Ross, Laura Scarmoncin