C’era un bel fremito mercoledì all’inaugurazione della stagione 2017/2018 dell’Opera di Roma. Apertura con il balletto, una rarità nei templi della lirica, complice uno dei titoli più scintillanti della tradizione tardo-ottocentesca, Don Chisciotte presentato in una fumettistica versione alla presenza in sala di uno degli ultimi grandi miti della danza: Mikhail Baryshnikov. Il Don Chisciotte capitolino, voluto dalla direttrice del ballo Eleonora Abbagnato, è a firma Laurent Hilaire, splendida étoile dell’Opera di Parigi e noto ricostruttore di balletti, oggi direttore allo Stanislavsky Nemirovich-Danchenko Music Theatre di Mosca, che lo ha coreografato ispirandosi alla versione che Baryshnikov fece nel 1978 per l’ABT di New York. Occasione per avere a Roma Micha, il grande seduttore di teatro, danza, cinema, nonché tv che vedremo in Brodsky/Baryshnikov alla Fenice di Venezia nel luglio 2018.

Hilaire ha fatto un ammirevole lavoro con il Corpo di Ballo dell’Opera, che con la direzione di Abbagnato sta crescendo di titolo in titolo. La coreografia gioca sul piglio narrativo, sul realismo pantomimico, sul graffio virtuosistico in cui hanno primeggiato al debutto i guest Iana Salenko (dallo Staatsballet di Berlino) e Isaac Hernandez (dall’English National Ballet). Abbiamo però alcune perplessità sulla confezione generale. A firmare le scene sono i collaboratori di Baryshnikov, Vladimir Radunsky, noto autore e illustratore di libri per bimbi, autore anche dei costumi, e A.J. Weissbard, scenografo di fama che ha lavorato per Bob Wilson, Peter Stein, Ronconi, Kentridge. Don Chisciotte con loro diventa un coloratissimo fumetto, un libro pop-up. L’idea in sé è originale, le scene sono ricche di sorprese e i costumi pure, ma l’effetto sulla storia finisce per confondere.

Perché l’oste è tramutato in una sorta di pagliaccio con pantaloni a pois, perché i toreri hanno accanto danzatrici in gonne trasparenti, che con la Spagna non c’entrano un bel nulla? E perché Kitri, la briosa figlia dell’oste, è vestita in rosa confetto come una bambola di Schiaccianoci? Applausi tanti, ma i costumi sviano dai personaggi e da Cervantes. Repliche fino al 23, con gli interni Susanna Salvi e Alessio Rezza (oggi pomeriggio, 21 e 23), con l’étoile del teatro Rebecca Bianchi e l’atteso giovanissimo guest italiano Angelo Greco, Principal al San Francisco Ballet (stasera, domani e il 22).