È stata eletta, ma ha potutHenriette Reker, 58 anni, candidata indipendento festeggiare solo in un letto di ospedale. e sostenuta da un’inedita alleanza formata da Cdu, Liberali e Verdi, ha vinto le elezioni comunali di Colonia, quarta città della Germania e capitale della Renania del Nord-Westfalia, dopo che alla vigilia del voto era stata vittima di un’aggressione da parte di un neonazista che l’ha colpita con diverse coltellate, ferendola in modo grave.
La violenza ha avuto luogo in un mercato cittadino al termine della campagna elettorale: l’uomo si era scagliato contro la candidata e alcuni sui collaboratori urlando slogan razzisti; bloccato dagli agenti, aveva spiegato di averla presa di mira per il suo lavoro in favore di immigrati e rifugiati, Reker si è infatti occupata a lungo dell’accoglienza dei circa 8000 rifugiati giunti in città negli ultimi mesi. L’aggressore, considerato sano di mente da parte degli inquirenti, ha affermato di essere preoccupato per «gli stranieri che ci rubano il lavoro e cercano di imporre la Sharia nel nostro paese».
Secondo le associazioni antifasciste locali si tratterebbe di un ex appartenente al Fap, il Partito dei lavoratori tedeschi, un gruppo neonazista sciolto dal ministero degli Interni a metà degli anni Novanta dopo l’ondata di violenza xenofoba che aveva scosso il paese e che aveva avuto come epicentro alcune località della ex Repubblica democratica tedesca, come Hoyerswerda e Rostock dove erano stati presi d’assalto i centri per asylanten e uccisi alcuni migranti. E ora sono in molti in Germania a temere che l’aggressione di Colonia possa essere solo l’inizio di una nuova strategia violenta.
Mentre monta l’opposizione alla linea di apertura auspicata da Angela Merkel nei confronti dei rifugiati, in particolare siriani, si assiste infatti nel paese ad un moltiplicarsi di atti xenofobi e a un preoccupante risveglio della destra radicale. Già quest’estate si era registrato un record, specie nei lander orientali, con decine di attentati e assalti ai centri per richiedenti asilo, mentre le istituzioni della Comunità ebraica locale segnalavano un’incremento degli atti di antisemitismo. In questo contesto è in corso a Monaco il processo all’ultima appartenente alla Nationalsozialistischer Untergrund, una banda terroristica neonazista responesabile di una decina di omicidi razzisti all’inizio del decennio.
Ma è anche sul terreno politico che le voci contrarie all’accoglienza guadagnano consensi. Secondo un sondaggio della Bild, Angela Merkel, criticata all’interno del suo stesso partito, la Cdu, e dal suo principale alleato, la Csu bavarese, perde consensi ogni giorno, mentre il partito populista Alternative für Deutschland sfiora ormai l’8% delle intenzioni di voto a livello nazionale.
Anche le piazze «contro l’islamizzazione» del paese, oggi rinconvertite in marce contro i profughi e le poltiche del governo, animate da Pegida, hanno ricominciato a riempirsi con l’abituale epicentro di Lipsia e Dresda. Proprio nella capitale della Sassonia ieri sera il movimento xenofobo ormai presente con proprie liste in alcune elezioni municipali – nelle recenti amministrative locali la sua candidata ha superato il 10% – ha riunito decine di migliaia di persone per celebrare il suo primo anniversario: il 20 ottobre del 2014, in 350 si erano riuniti per la prima volta di fronte al celebre teatro del centro della città per denunciare “l’invasione del paese da parte degli immigrati musulmani e il pericolo che la Germania fosse sottoposta alla legge islamica”, un mese dopo erano già diventati 25mila. Dopo l’aggressione di Colonia, le loro grida fanno ancora più paura alla Germania.