C’erano anche il Centro palestinese per i diritti umani di Gaza e B’Tselem, l’ong israeliana per i diritti umani nei Territori occupati, tra i candidati al Premio Nobel per la pace 2021. Non hanno avuto il riconoscimento ma per le due ong è stato ugualmente un giorno storico. Invece, è stato un giorno da dimenticare per un attivista palestinese dei diritti umani, Basel Adra, finito sotto una raffica di accuse sparata dai coloni israeliani e della tv Canale 12. La sua vita è un inferno. «Ricevo minacce sui social, sms con avvertimenti, mi accusano di tutto a causa di quel servizio televisivo fondato su menzogne» raccontava ieri Adra al manifesto. Il servizio di Canale 12 accusa Adra di aver dato fuoco di proposito a una baracca a Mufaghara, nelle colline a sud di Hebron, allo scopo di lanciare accuse false ai coloni israeliani di un avamposto vicino al villaggio. La destra non è scatenata solo contro Adraa, prende di mira anche B’Tselem che con il Camera Project fornisce telecamere ai palestinesi per documentare abusi e violenze. «Sono accuse pazzesche, non ho dato fuoco a nulla, lo hanno fatto i coloni quando hanno attaccato il villaggio», ha aggiunto Adra sottolineando che allo stesso tempo sta ricevendo sostegno dai palestinesi e dagli attivisti israeliani che regolarmente, sotto la sua guida, raggiungono il sud di Hebron per manifestare contro le colonie e le discriminazioni che subisce la popolazione palestinese in quell’area, uno dei principali focolai di tensione in Cisgiordania.

Dopo il raid del 28 settembre compiuto da dozzine di coloni contro Mufaghara, dove hanno lanciato pietre contro abitazioni e tende palestinesi, distrutto cisterne d’acqua e diverse automobili e ferito una quindicina di persone, tra cui un bimbo di tre anni – non pochi israeliani lo hanno definito un pogrom – si sono levate voci, locali e internazionali, di denuncia degli attacchi sempre più frequenti di giovani coloni, ma anche di soldati, contro i villaggi palestinesi, in particolare nei distretti di Hebron e di Nablus. Tre settimane fa, mentre un gruppo di israeliani di sinistra scortava un palestinese che portava una cisterna d’acqua nel suo villaggio, un ufficiale dell’esercito, Moshe Maor, è stato filmato mentre gettava a terra un anziano attivista prima di inginocchiarsi sul collo di un altro manifestante. Rimproverato dai suoi superiori Maor ha continuato il servizio nella zona. Lo stesso Maor, riferisce il giornale online +972, è stato visto una settimana fa spingere un palestinese giù per un pendio mentre quest’ultimo cercava di aiutare un ferito.

La controffensiva mediatica è iniziata martedì sera quando il sito di notizie di estrema destra HaKol HaYehudi, con sede nell’insediamento ultranazionalista di Yizhar, ha pubblicato un articolo dal titolo «Attivista di B’Tselem sospettato di aver appiccato il fuoco a un edificio e di aver gridato ‘Sono stati gli ebrei’». Quella stessa sera, il corrispondente della tv Canale 12 Ofer Hadad ha presentato in prima serata filmati ripresi dalla telecamera di un ufficiale dell’esercito israeliano, affermando che un palestinese aveva dato fuoco a una baracca allo scopo di attribuire il crimine ai coloni. Il filmato della body camera trasmesso da Canale 12 però mostra solo un ufficiale israeliano che si avvicina ad Adra e lo accusa di aver appiccato il fuoco. Né HaKol HaYehudiChannel 12 News hanno contattato, sino a ieri sera, Basel Adra per avere la sua versione dell’accaduto. «Non sono sorpreso di essere stato preso di mira» ci ha detto l’attivista palestinese «negli ultimi mesi ho fatto il possibile per riferire gli abusi commessi dai coloni e ora mi presentano il conto».