Lascia l’esercito il generale colombiano Ruben Alzate, liberato domenica scorsa dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) dopo due settimane di prigionia: «Per l’amore e il rispetto alla nostra istituzione militare, che si è vista danneggiata da questo evento, ho chiesto al governo il mio ritiro dal servizio attivo», ha detto durante la sua prima dichiarazione pubblica. Il presidente Manuel Santos ha accettato le dimissioni.

Alzate è caduto nelle mani della guerriglia lo scorso 16 novembre. Si è addentrato nel dipartimento di Choco, una zona rurale ad alto rischio nell’estremo nordovest della Colombia, disarmato, senza scorta e in abiti civili.
Un’operazione fuori protocollo per conquistarsi la fiducia della popolazione, ha detto il generale. Ha dimenticato di aggiungere che i suoi reparti speciali sono stati più volte denunciati per le violazioni nei confronti delle comunità indigene e contadine della zona. Tuttavia, le foto che ritraggono Alzate mentre abbraccia o stringe la mano ai leader della guerriglia insieme ai mediatori internazionali, ha suscitato l’isteria degli alti comandi legati all’ex presidente Alvaro Uribe, il quale non ha usato mezzi termini: Alzate – ha detto – è un traditore. Per gran parte della società colombiana – che chiede una soluzione politica al cinquantennale conflitto in corso – quelle foto storiche scattate dopo la liberazione del generale sono invece un buon segnale.

Dopo la cattura di Alzate, Santos ha interrotto le trattative in corso da due anni all’Avana e ha sempre respinto la richiesta di un cessate il fuoco bilaterale, avanzata dalla guerriglia e dai movimenti. Lunedì, però, i mediatori del governo sono tornati a Cuba e ieri i colloqui sono ripartiti.