Ha finora provocato tre morti, oltre 135 feriti e numerose detenzioni arbitrarie lo sciopero nazionale indetto dalla Cumbre Agraria de Colombia. Contadini, indigeni e lavoratori chiedono al governo di Manuel Santos il rispetto degli accordi sottoscritti durante le mobilitazioni del 2014 e “un negoziato con il popolo sui cambiamenti strutturali necessari alla garanzia degli accordi di pace in discussione all’Avana”.

I manifestanti respingono i Trattati di libero commercio e il modello di “sviluppo” deciso dal governo, basato sulla privatizzazione e la rapina delle risorse. Denunciano che, in zone come quella di Cano Limon, dopo trent’anni di sfruttamento petrolifero senza controllo e senza vantaggi per le popolazioni locali, quello che prima era un paradiso naturale e produttivo è diventato un territorio di basi militari, prostituzione, vandalismo e sicariato.

Santos, che ha di recente rinnovato con gli Stati uniti una versione attualizzata del Plan Colombia, ha però risposto con la repressione. E in tutto il paese si moltiplicano occupazioni e blocchi stradali.