Prima al senato e poi alla camera, le commissioni affari costituzionali hanno concluso ieri l’esame del decreto sui nuovi collegi elettorali dando il via libera a maggioranza al parere del relatore Pd Fiano. Una sola piccola modifica: sono state eliminate sei proposte di cambiamento dei collegi nella circoscrizione Lombardia 1 (due alla camera e quattro al senato) e sono state introdotte due nuove modifiche in collegi uninominali della circoscrizione Lombardia 3 (Bergamo), venendo incontro a una richiesta di Forza Italia. Che così ha votato a favore della proposta del Pd, malgrado avesse per giorni sostenuto che non si doveva spostare una virgola nel lavoro fatto dalla commissione tecnica presieduta dal presidente dell’Istat Alleva.

Invece alla fine il totale delle modifiche tra camera e senato, e tra collegi uninominali e plurinominali, è 43 – assai più delle 16 di cui continua a parlare Fiano.
C’è ovviamente lo spostamento che stava a cuore a Matteo Renzi del comune di Rignano, compreso nel collegio uninominale di Empoli, dal collegio plurinominale della camera di Livorno a quello di Firenze, così come segnalato mercoledì da questo giornale. I renziani hanno puntato a tenere unita la loro roccaforte, indizio che più che massimizzare il numero dei seggi in regione sono preoccupati di blindare l’elezione di tutti i candidati nella lista bloccata di Firenze. L’insieme delle modifiche smentisce l’approccio “conservativo” rivendicato da Alleva, cioè il mantenimento il più possibile dei collegi uninominali disegnati nel ’93 per il Mattarellum senato, approccio suggerito dalla stessa delega al governo contenuta nella legge elettorale e garanzia di “neutralità”.

L’ampio uso del Gerrymandering (il disegno dei collegi fatto sulla base delle convenienze del governo) è denunciato dalle opposizioni. «Hanno voluto unificare Firenze e hanno smembrato Roma», dice Loredana De Petris capogruppo di Sinistra italiana al senato. Mentre il deputato di Mdp D’Attorre fa l0elenco dei beneficiari: «Lotti a Empoli, De Luca a Salerno, Pittella a Matera».

Intanto ieri il Pd è venuto incontro a una richiesta dei radicali, tra i pochi alleati rimasti a Renzi con la lista +Europa. Prima dell’incontro a palazzo Chigi tra Emma Bonino, il segretario dei radicali italiani Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, un emendamento del Pd alla legge di bilancio all’esame della camera ha risposto alla loro richiesta principale. Saranno dimezzate le firme necessarie alla presentazione delle liste plurinominali (da 750 a 375 per ognuno dei 63 collegi) e sarà inoltre scollegata la presentazione delle candidature uninominali dalla raccolta di firme (il che risolve un errore tecnico). Le nuove formazioni sono rimaste le uniche a dover raccogliere le firme, a ormai pochi giorni dalla data prevista per la consegna delle liste.
Così il Rosatellum, approvato con otto voti di fiducia, deve già essere ritoccato, nella legge di bilancio.