Durante la sua testimonianza volontaria alla Commissione della Camera per la vigilanza e le riforme, Michael Cohen, ex avvocato e faccendiere di Trump, ha dichiarato, che il presidente è un imbroglione, un razzista e un criminale e che ha mentito agli americani.

Cohen ha fatto affermazioni e ha risposto alle domande dei deputati, per lo più dei democratici. I repubblicani infatti hanno usato il tempo a loro disposizione per screditare un già «autoscreditato» Cohen che a causa degli illeciti che ha commesso andrà in galera. Stando a quanto affertmato da Cohen, il tycoon era stato messo a conoscenza da un vecchio amico, il consigliere politico repubblicano Roger Stone, del fatto che Wikileaks con cui Stone era in contatto, avrebbe reso pubbliche le e-mail del comitato democratico nazionale.

TRUMP AVREBBE MENTITO anche riguardo i negoziati per la costruzione della Trump Tower a Mosca, proseguiti anche durante la campagna elettorale, dato che neanche Trump, a quanto pare, si aspettava di vincere elezioni e presidenza. Sempre «The Donald» avrebbe inoltre ordinato di pagare l’attrice porno Stormy Daniels per comprarne il silenzio riguardo la relazione avuta con lui quando era già sposato con Melania.

Cohen ha rivelato anche alcune mosse compiute per ordine di Trump dalle quali traspare la personalità narcisista e megalomane del miliardario, che avrebbe anche gonfiato i numeri riguardo il proprio patrimonio netto in modo da entrare nella lista delle persone più ricche redatta da Forbes, per poi sgonfiarlo a fini fiscali; in campagna elettorale, invece, Trump avrebbe ordinato di minacciare le scuole frequentate, in modo da impedire la diffusione dei suoi voti di diploma e laurea. In 10 anni di lavoro con Trump, Cohen ha ammesso di aver minacciato per conto del tycoon almeno 500 soggetti diversi.

NONOSTANTE LE SETTE ORE abbondanti di testimonianza, è chiaro che nulla di ciò che Cohen ha detto sotto giuramento farà sì che la base di Trump si disaffezioni o che i repubblicani lo abbandonino, mentre i democratici non sono ancora pronti a preparare un vero e proprio impeachment. Questo non significa però che sia stato tutto uno spreco di energie e tempo, come continuava a ripetere il Gop.

La testimonianza di Cohen ha fornito una sorta di roadmap che i democratici possono usare per continuare a indagare sul presidente, soprattutto grazie alle domande poste da Alexandria Ocasio-Cortez. Alla democratica Cohen ha risposto che Trump avrebbe regolarmente sgonfiato il valore dei suoi beni a fini fiscali per rigonfiarlo a fini assicurativi. «Pensa che abbiamo bisogno di rivedere i suoi bilanci e le sue dichiarazioni dei redditi per poterli confrontare?» ha chiesto la deputata socialista. «Sì, e li troverete alla Trump Organization», ha risposto Cohen.

OCASIO-CORTEZ ha poi ricordato un’inchiesta del Washington Post pubblicata nell’agosto 2016, nella quale si provava che Trump aveva abbassato – a fini fiscali – il valore del suo National Golf Club di Jupiter, in Florida: «La stessa cosa è stata fatta con il golf Club di Briarcliff Manor», ha precisato Cohen per poi continuare dicendo che Trump e i suoi avvocati avrebbero «sgonfiato il valore del bene e quindi avrebbero inoltrato una richiesta al dipartimento delle imposte per una detrazione». Nel «dialogo» con Ocasio-Cortez, Cohen ha poi specificato di non avere una conoscenza diretta dello schema di Trump per svalutare a fini fiscali gli immobili che ha ereditato dai genitori e che valgono centinaia di milioni di dollari, ma ha ripetutamente detto ai deputati che ad esserne a conoscenza è Allen Weisselberg, il direttore finanziario della Trump Organization.

Quando gli è stato chiesto se Trump abbia commesso ulteriori illegalità, Cohen non ha risposto, ma ha detto che al riguardo sta collaborando con il tribunale distrettuale degli Stati uniti per il distretto meridionale di New York; questa risposta ha portato gli analisti a pensare che l’udienza a Capitol Hill non sia che un antipasto di quanto potrebbe ancora rivelare.

MA LA FASE PIÙ CUPA Cohen l’ha riservata alla dichiarazione finale, quando, posando lo sguardo su tutta la sala, ha avvertito che se nel 2020 Trump perderà le elezioni, «non ci sarà una transizione democratica del potere».