«Di fronte a fatti di questo genere non posso più restare». Con queste parole, seguite dal lungo applauso della platea, Sergio Cofferati ha annunciato a Genova la sua uscita dal partito democratico. L’ex segretario della Cgil sbatte la porta, dopo il silenzio del suo partito sull’inquinamento delle primarie liguri con il voto del centrodestra. Lo strappo è arrivato 24 ore dopo l’ufficializzazione della candidatura di Raffaella Paita da parte del premier Matteo Renzi nel corso della direzione nazionale del partito.

Ieri in una riunione convocata d’urgenza dal segretario ligure Giovanni Lunardon e da quello genovese Alessandro Terrile si è provato fino all’ultimo a ricucire ma inutilmente. «Cofferati individua un disagio profondo che esiste oggi nel partito e nell’elettorato democratico non solo genovese rispetto all’impostazione politica di Raffaella Paita soprattutto in tema di alleanze – commenta Terrile – ma non è uscendo dal Pd che si solleva una legittima esigenza di chiarezza all’esito di un’elezione primaria che ancora una volta lascia questioni politiche irrisolte». L’ex sindaco di Bologna nega si tratti di una scissione («me ne vado solo io e non fondo un nuovo partito, ma un’associazione culturale») ma per i civatiani genovesi e liguri la tentazione è forte.

Non a caso, a quella che doveva essere una conferenza stampa hanno assistito molti amici e sostenitori e in prima fila c’erano proprio i civatiani, dalla parlamentare europea Renata Briano all’ex senatore Andrea Ranieri, al deputato e sindaco Luca Pastorino. Cofferati ha ricordato come «a Napoli le primarie sono state invalidate per problemi in 3 seggi mentre in Liguria dove sono state annullate in 13 seggi c’è un comportamento diverso». «Non capisco che cosa sia successo – ha detto – ma resta il dato della partecipazione anomala di persone straniere guidate in gruppo e istruite su come votare». Viene anche indicato l’uso di denaro per stimolarne il voto. La sostanza politica però è «l’inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra».

Le primarie così «non ci sono più perché una parte in cui ci sono fascisti non pentiti interviene in casa dell’altro per proporre o imporre un modello di governo. Non mi sorprende che lo proponga quella parte, ma inaccettabile è il silenzio del mio partito». Anzi – ha aggiunto Cofferati – «il partito ha parlato, perché un ministro della Repubblica, Roberta Pinotti, è venuta a Genova a sostenere Paita e a teorizzare l’opportunità di fare nascere qui un governo con il centrodestra. E non è stata smentita».

Cofferati, parlando dell’inquinamento del voto del centrodestra ha citato «Alessio Saso (Ncd) inquisito per voto di scambio che disse che avrebbe fatto votare Paita per poi fare accordo politico per le regionali». Ha parlato di «Eugenio Minasso, fascista non pentito che ha sostanzialmente detto la stessa cosa» e «l’ex senatore di Fi Franco Orsi». Il centrodestra «si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra: questo è un problema politico e morale. Non posso accettare di restare in un partito dove il voto di un fascista non pentito come Minasso ha lo stesso valore di quello di un qualsiasi iscritto al pd».

L’ex sindaco di Bologna ha anche annunciato che porterà in Procura le carte dei garanti e che resterà parlamentare europeo. A chi gli ha chiesto ora cosa succederà in Liguria ha risposto: «Le elezioni sono lontane. Le forze politiche sono in campo e decideranno che cosa fare. Credo che l’emergenza ligure non si risolverà nell’arco temporale che va da qui alle elezioni, Ci sarà l’occasione per ragionare». Ma alla domanda diretta se sarà disposto a candidarsi per la sinistra Cofferati ha glissato «Del doman non c’è certezza». I «cuperliani», a partire dal segretario ligurie Giovanni Lunardon, sanno bene che l’addio della sinistra del Pd significherebbe non avere i numeri dentro la direzione per opporsi a un governo di larghe intese con l’uscita di Sel e l’ingresso di Ncd.

La vincitrice delle primarie Raffaella Paita commenta «con dispiacere» l’uscita di Cofferati e chiarisce che «saranno il Pd nazionale e regionale a decidere le alleanze». Dall’altra parte della barricata Sel, per bocca del capogruppo alla Camera Stefano Quaranta ha specificato che «la nostra responsabilità ora è più grande: dare vita ad un nuovo centrosinistra in cui serietà e spirito di servizio al bene della propria comunità siano il collante». E i civatiani liguri, annunciano che non voteranno per Paita ma lavoreranno «alla creazione di una nuova lista di centro sinistra per le prossime elezioni regionali, coerente con valori politici e etici che sono stati violati nelle primarie». Vogliamo partire da «rete a sinistra» per costruire un progetto innovativo da rivolgere a tutti i cittadini liguri». Strappo rimandato, quindi, e percorso da costruire a partire da domani. Con Cofferati a cui sono state già prenotate le prime tessere della nuova associazione.