Il manifesto con la ragazza che mangia un panino con cui ha tappezzato muri, bus e tram tra Roma e Milano: il passato (remoto) da writer riemerge nell’incisiva campagna di lancio del nuovo lavoro di Coez al secolo Silvano Albanese È sempre bello (Carosellorecords) in uscita oggi. Il disco della trasformazione definitiva del musicista campano – ma naturalizzato romano – che dal mondo dell’hip hop duro e puro si è creato una comfort zone tra pop, cantautorato, rap ed elettronica, dove si muove agilmente. Dieci pezzi che arrivano dopo l’esplosione di Faccio un casino, doppio disco di platino, due anni in classifica, costruiti con più omogeneità rispetto al precedente. Un solo produttore Niccolò Contessa (I Cani) e un sound riconoscibile applicato su una sequenza di brani leggeri solo all’apparenza, ma che nasconodono come Ninna Nanna. il pezzo più bello – inconsuete atmosfere e ricami blues e grunge

«È UN DISCO che mette un punto – spiega Coez,- lo considero il mio terzo secondo disco. Il primo era rap, il secondo apriva la strada a un nuovo genere, a cui è seguito il terzo che a questo punto era il secondo della nuova via. Poi è arrivato Faccio un casino che è stato un’esplosione e una sorta di altro inizio. Quindi, questo è il terzo secondo». Coez omaggia anche il Dalla birichino di Disperato erotico stomp: Vai con dio – è infatti un inno malizioso al sesso «fai da te» – dove inserisce nella strofa la citazione «Ti hanno vista bere a una fontana». «Per me è un omaggio – spiega – e poi magari qualcuno della mia generazione si incuriosirà e se lo andrà ad ascoltare».

«MI COLPISCE tutto quest’odio/giuro, non vi fa bene», canta in Catene: «Mi avevano colpito – chiosa Coez – in particolare i commenti su Stefano Cucchi, come se non ci si rendesse conto che si tratta di vita reale e non di un film. Prima ognuno poteva dire la sua, ora sembra che per forza ognuno deve dire la sua. Discussioni da bar ma sotto gli occhi di tutti».