La Cochrane Collaboration è il consorzio internazionale di ricercatori che vigila sull’affidabilità delle ricerche e delle pratiche sanitarie. I suoi periodici rapporti hanno spesso rivelato l’inefficacia o la pericolosità di farmaci e pratiche molto diffuse (dagli integratori vitaminici all’omeopatia), influenzando anche le decisioni politiche in ambito sanitario e rivelando le pressioni dell’industria farmaceutica sulla comunità scientifica. Ma in questi giorni è il consorzio a difendersi dalle accuse di eccessiva vicinanza all’industria farmaceutica. Per di più, le accuse provengono da uno dei suoi fondatori e massimi dirigenti, il direttore della sezione danese del consorzio Peter Goetzsche.

La crisi inizia il 14 settembre, quando Goetzsche annuncia di essere stato espulso dal consiglio direttivo della Cochrane per aver sollevato la questione dei conflitti di interessi economici e dell’approccio sempre più commerciale del consorzio: «le nostre strategie orientate al ’brand’ e al ’prodotto’ hanno prevalso sull’indipendenza, sull’etica e sulla responsabilità sociale dei risultati scientifici», ha scritto Goetzsche in una lettera aperta. A seguito della sua espulsione, altri quattro membri del consiglio si sono dimessi.

Invece, secondo la versione del consiglio ormai ridotto a otto membri, le critiche di Goetzsche non hanno nulla a che fare con la sua espulsione, peraltro non ancora definitiva. Il consiglio allude, senza specificarle, ad altre lamentele nei suoi confronti sorte all’interno della collaborazione. Per esaminare il caso con la massima obiettività sarebbero stati incaricati anche consulenti esterni.

In realtà, Goetzsche e la Cochrane sono separati in casa da tempo. Nel 2016, il medico danese aveva evidenziato gli errori e i conflitti di interesse nel rapporto Cochrane dedicato al Ritalin, il famigerato farmaco contro la sindrome da deficit dell’attenzione, costringendo al clamoroso ritiro del rapporto. Nel maggio scorso, Goetzsche aveva sollevato gli stessi dubbi sul rapporto Cochrane che aveva approvato l’uso del discusso vaccino contro il papillomavirus. Il consorzio stavolta ha tenuto il punto, pubblicando una controreplica a inizio settembre sul British Medical Journal. Ma la storia, che da un lato e dall’altro ha diversi punti oscuri, non è certo finita qui.