Doveva arrivare a fine settembre, ma non c’erano le coperture e la mancanza di coordinamento tra i ministri coinvolti lo aveva bloccato. Poi era stato dato per certo il 3 ottobre scorso, ma anche allora non si è data la necessaria congiunzione tra gli astri, le risorse e l’agenda del governo in vista della legge di bilancio. Dopo l’aggiornamento del Def, e in dirittura di arrivo nella definizione della manovra che dovrà essere inviata ai custodi dei conti di Bruxelles entro il 15 ottobre, qualcuno scommette sulla possibilità che sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri il decreto clima, firmato dal ministro dell’ambiente Sergio Costa (Cinque Stelle) finirà per essere finalmente scodellato.

LA RIDUZIONE progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi – la misura probabilmente di maggiore impatto, anche politico, di un provvedimento che dovrebbe essere l’anticipazione del «Green New Deal» all’italiana annunciato dal governo «Conte Due»- sarebbe stata rinviata alla legge di bilancio. Si era parlato di un taglio da 1,8 miliardi di euro (su un totale di quasi 20 miliardi all’anno, fonte: il ministero dell’ambiente). Al momento non c’è certezza sulla cifra che sarà individuata nel contesto della manovra. Quello che si sa è che gli eventuali risparmi saranno destinati per il 50% a un fondo approntato dal Ministero dell’economia per interventi in materia ambientale e sostegno alla transizione ecologica delle imprese. Gli obiettivi sono stati confermati dal «programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria» definito nell’anticipo della manovra approvato pochi giorni fa.

L’ULTIMA VERSIONE delle bozze circolate ieri prevedono inoltre l’istituzione di un comitato interministeriale sui cambiamenti climatici e la qualità dell’aria presso il Cipe. Il comitato potrà contare su «almeno il 35% delle risorse disponibili del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2021-2027». La proposta era stata confermata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. L’articolo 4 delle bozze prevede inoltre che, dall’entrata entrata in vigore del «decreto clima», ogni due anni il governo presenterà un disegno di legge per il miglioramento della «qualità dell’aria». Sarà chiamata «Legge per il clima» e sarà un collegato alla legge di bilancio.

SULL’ECONOMIA circolare sembra essere certo che non ci sarà più una norma molto discussa nelle lunghe settimane in cui il decreto clima è stato prima annunciato, e poi sistematicamente ritirato. Parliamo del cosiddetto «end of waste»: l’anglismo indica le regole che definiscono quando un rifiuto non è più tale. Ciò permette di avviare il lavoro della filiera industriale del riuso e del riciclo dei materiali, il cuore di ciò che è ritenuto essere un capitalismo verde «sostenibile». Finirà nel decreto «Salva imprese», attualmente all’esame delle commissioni Industria e Lavoro del Senato. È stato presentato un emendamento da M5s-Pd che reintroduce le autorizzazioni «caso per caso» ma con maggiori controlli dell’Ispra. L’emendamento punta a superare lo stallo generato dopo l’approvazione della legge «Sblocca cantieri» approvato dal governo precedente. Oltre a un Piano mobilità per le città metropolitane, tra i 14 articoli c’è la rottamazione entro il 31 dicembre 2021 delle auto «Euro 3» e un «buono mobilità» da 1500 euro che può essere utilizzato entro i successivi tre anni per l’acquisto di un’auto eco-compatibile. Stanziati 5 milioni di euro per il 2019, 125 milioni per il 2020 e 2021. Sei milioni saranno stanziati per una campagna nelle scuole chiamata «#iosonoAmbiente».

«HABEMUS DECRETO clima ed è solo una vergogna – ha commentato Angelo Bonelli dei Verdi – Non rispetta gli accordi Onu di Parigi e i target europei sulla riduzione delle emissioni di CO2 e sulle rinnovabili. Non pone un limite temporale alla fine della circolazione dell’auto alimentata da motori combustibili fossili. Sembra un volantino. In Germania la Merkel investe 10 miliardi di euro ogni anno per i prossimi 10 anni, i Verdi tedeschi chiedono 35 miliardi all’anno».