I suoi compagni di corso hanno intonato  il Canto dei Partigiani, in rue Saint-Guillaume, di fronte alla prestigiosa Sciences Po, in un momento di estrema commozione per rendere omaggio a Clément Méric, uno studente di 18 anni, “morto per le sue idee”, ricoverato alla Pitié Salpétrière in stato di coma celebrale, dopo essere stato violentemente aggredito, la vigilia, vicino alla zona dei grandi magazzini di boulevard Haussmann. Clément Méric, nato in Bretagna, militante di sinistra, membro del sindacato studentesco Sud-Solidaires e di Azione anti-fascista, si è trovato di fronte un gruppetto di skin heads, in rue Caumartin, una strada commerciale dietro i grandi magazzini boulevard Haussann. Uno di loro lo ha colpito, pare con un pugno americano, Clément è caduto a terra e ha sbattuto violentemente la testa. Immediatamente ricoverato in ospedale, secondo una fonte della polizia, è deceduto ieri pomeriggio.

Nel primo pomeriggio, il ministro degli interni, Manuel Valls, ha annunciato che dei giovani erano stati arrestati, e tra essi c’è il responsabile del pugno che ha messo a terra il giovane. Almeno due dei quattro arrestati sono membri del gruppo neo-nazi Jnr (Giovani nazionalisti rivoluzionari), che, dopo essere stato indicato dagli amici di Clément, aveva respinto in mattinata ogni responsabilità nell’assassinio.

A Sciences Po, Paul Bernadet del sindacato studentesco Unef, ha affermato: “Clément era una persona impegnata, il suo volto era stato individuato. C’è la volontà di fermare tutti coloro che si battono per l’eguaglianza, per la democrazia”. Bernadet ha denunciato “il contesto di odio” che si è diffuso “dopo i dibattiti sul matrimonio per tutti”. Il collegamento tra l’assassinio del giovane di sinistra e il clima incandescente fomentato dalla rivolta della destra reazionaria contro il matrimonio per tutti è stato sottolineato da molti. Pierre Bergé, imprenditore e mecenate, ha accusato “l’immonda Brigide Barjot”, che “aveva promesso del sangue”. Frigide Barjot, che è stata per un certo periodo la portavoce degli oppositori al matrimonio gay, ha sporto denuncia per diffamazione e ha accusato “la legge Taubira” sul matrimono gay di aver diffuso un clima di violenza.

Il mondo politico ha subito reagito. La notizia dell’aggressione è stata data nella serata di mercoledi’ dal Front de Gauche, che ieri ha organizzato una manifestazione in place Saint-Michel, a cui hanno partecipato politici e sindacati. François Hollande, dal Giappone dove è in viaggio ufficiale, ha condannato “con fermezza” la violenza, confermando “il carattere politico dell’aggressione”, atto da cui “bisogna trarre tutte le conseguenze”. A cominciare dalla possibilità di mettere fuori legge i gruppuscoli violenti di estrema destra. Questa ipotesi era già stata ventilata dopo le violenze che avevano fatto seguito a varie manifestazioni degli anti-matrimonio. Valls aveva evocato l’eventualità di proibire il Printemps français, un movimento nato dalla scissione – all’estrema destra – della Manif pour tous di Frigide Barjot. Per Valls anche altri gruppuscoli di estrema destra sono nel mirino. Il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, che era a Sciences Po ieri mattina, ha chiesto che “vengano prese tutte le misure necessarie”. Stessa richiesta da parte del segretario del Ps, Harlem Désir, del senatore verde Jean-Vincent Placé e del Pcf. Il primo ministro, Jean-Marc Ayrault, dopo un momento di silenzio rispettato all’Assemblea, ha promesso che verrà fatto di tutto per individuare e bloccare i movimenti di estrema destra violenti. Anche a destra, pur denunciando la “strumentalizzazione” dell’accaduto da parte del governo, alcuni approvano l’ipotesi di una dissoluzione. Marine Le Pen ha affermato che il Fronte nazionale non ha “né da vicino né da lontano” alcun rapporto con i fatti.

Per il Parti de Gauche, “l’orrore fascista ha ucciso in piena Parigi”. Secondo Jean-Luc Mélenchon, questa “violenza non è fortuita, è una cultura diffusa dall’estrema destra. La banalizzazione di Le Pen ha aperto uno spazio di legittimità e di incoraggiamento all’estrema destra”. Malek Boutih, del Ps, accusa il linguaggio utilizzato nelle manifestazioni anti-matrimonio: “tutte le dighe sono crollate”. Ultimamente a Parigi c’erano stati episodi di aggressione contro omosessuali, anche se la capitale era stata relativamente risparmiata finora dalle violenze dell’estrema destra, dopo il grave episodio del 1° maggio ’95, l’assassinio di Brahim Bouarram, gettato nella Senna dagli skin heads che partecipavano al corteo del Fronte nazionale. Mentre a Lione, Grenoble, Bordeaux o Tolosa, negli ultimi tempi, si sono verificate numerose aggressioni violente, che hanno fatto vari feriti tra i militanti di sinistra e tra giovani stranieri.