La traccia più gettonata dagli studenti alla prima prova della maturità è stata quella tecnico-scientifica: «La ricerca scommette sul cervello». Il 21,8% degli studenti, che hanno risposto ad un sondaggio condotto su 461 scuole, l’hanno preferita al tema artistico-letterario «Individuo e società di massa», svolto dal 20,3%. Si è classificatà terza la traccia di economia e società su «Stato, mercato e democrazia», scelta dal 16,3%. A seguire l’analisi del testo, quello di Claudio Magris, con “L’ infinito viaggiare” (15,3%) che molto ha fatto discutere su twitter, e sui siti ieri. Il libro, scritto dal germanista e romanziere, nel 2005 non è stato affrontato da nessun programma e questo ha creato sorpresa e ironia tra gli studenti. Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza che ha confermato di avere scelto personalmente le tracce: «Erano fattibili» ha detto. Molti docenti hanno polemizzato sui loro blog con il ministero dubitando che la scelta di Magris (che ha pregato gli studenti «di non maledirlo») corrisponda ad un’«innovazione». Lo sarebbe, sostengono, se venissero aggiornati i programmi di letteratura italiana che invece arrivano a fatica a Saba o a Montale. Nelle interviste gli studenti da Torino a Palermo si sono per la maggioranza lamentati per lo «sconosciuto Magris». Secondo un altro sondaggio condotto dal portale Skuola.net uno studente su 2 ha «bocciato» tutte le tracce. In realtà, il tema su Magris presentava più di un interesse, ed era sufficientemente aperta per stimolare uno svolgimento ampio e affascinante, ma non può sfuggire il merito di una polemica annosa che investe più di un settore di insegnamento nenelle superiori (storia o filosofia, per restare alle materie umanistiche, senza contare ad esempio l’insegnamento nella storia dell’arte).
Oltre a quello sugli «omicidi politici», ci sono state altre polemichesul tema «Stato, mercato e democrazia». È intervenuto addirittura Alberto Alesina, il famoso teorico dell’«austerità espansiva» sulle cui capacità scientifiche il Nobel per l’Economia Paul Krugman ha più volte ironizzato. «Non avrei saputo cosa scrivere – ha detto Alesina – a 18 anni bisogna avere studiato economia, altrimenti si scrivono solo slogan». Può darsi che l’economista di Harvard e della Bocconi abbia ragione. Ma dovrebbe anche considerare che da oggi gli studenti potrebbero avere intuito il giudizio di Krugman sulle teorie che hanno giustificato l’adozione delle politiche dell’austerità anche in Italia.