Temerario più ancora che coraggioso. Con nervi d’acciaio: insensibili alla reazione della platea come all’imbarazzo dei colleghi al tavolo della sussidiarietà. Mattia Fantinati, 41 anni, ingegnere gestionale di Nogara (Verona), deputato M5S, ha bestemmiato nel tempio della chiesa ciellina e insieme s’è preso la libertà politica di chiamare per nome e cognome tutti i devoti al «sistema Compagnia delle Opere».
Il giorno dopo lo show di Matteo Renzi (ma anche del dialogo comunitario con Bertinotti…), giusto prima che cali il sipario sull’edizione 2015 del Meeting, deflagra l’orazione del cittadino Fantinati che si riscatta non solo agli occhi del popolo pentastellato perché dice forte e chiaro ciò che in tanti pensano e nessuno degli ospiti più o meno Vip si sognerebbe mai di esternare.
Il discorso (scritto e, sussurrano i maligni, supervisionato dal guru Casaleggio) è una vera e propria requisitoria. Puntuale. Lineare. Documentata. Spietata. Fantinati guarda negli occhi i ciellini e vede i loro peccati tutt’altro che veniali: «Avete trasformato l’esperienza spirituale morale in un paravento di interessi personali, generato un potere politico capace di influenzare sanità, scuole private, università e appalti».
A Rimini, non si inginocchia. Anzi. Rivendica l’anima cattolica veneta e il mandato del popolo italiano: «Sono qui per denunciare come Comunione e Liberazione sia la più potente lobby italiana. Finalizzata sempre e comunque a denaro e potere. Ma la politica deve essere laica, perché deve fare il bene comune, di tutti». Grillo nel suo blog potrà esultare: ha aperto, almeno, il Meeting ciellino come aveva promesso di fare con il parlamento.
Fantinati prende un timido applauso solo nel passaggio costituzionale: «Non esiste una politica cristiana, esiste un cristiano che fa politica. Il M5S si indigna che si possa strumentalizzare in questo modo tanta brava gente e credenti cattolici». Non si scompone se la sala rumoreggia e il deputato ciellino Raffaello Vignali invita a rispettare la regola dell’ospitalità, sempre e comunque. Il cittadino-deputato prosegue, un foglio dopo l’altro, con grande autocontrollo e piccole sbavature.
Accusa CL di aver venerato «il prescritto per associazione mafiosa Giulio Andreotti, pace all’anima sua». E poi di aver sposato Silvio Berlusconi «condannato per frode fiscale, per non parlare della vita non proprio secondo i valori cattolici». O il celeste Roberto Formigoni «finito sotto processo per corruzione per tangenti multi-milionarie sulla sanità lombarda». Poi tocca al Pd con il «governo dell’inciucio» di Enrico Letta e dell’attuale premier. Renzi? «Dopo che sono finiti fuori dal governo i ministri in quota CL (Mario Mauro e Maurizio Lupi) viene qui a ricevere la vostra benedizione baciando pantofole ed anelli: il presidente imbonitore e venditore di speranze». Elenca gli sponsor del Meeting (Finmeccanica, Eni, Intesa San Paolo) da fraternità tutt’altro che religiosa. E saluta come ha cominciato. Ringraziando per l’invito, marcando l’abissale differenza del M5S dal sistema, ciellino e non…
Vignali prova a recuperare con il tradizionale refrain del «movimento aperto», dei volontari, dell’amicizia e del dialogo con tutti. Ma farà fatica a deglutire un rospo simile, quanto a recuperare la «mancanza» di prudenza nel regalare i microfoni stereo a Mattia.
Già, perché il fallout di ieri a Rimini nasce dal lavorìo di mesi. Fantinati viene avvicinato a Montecitorio, con cautela e simpatia. Forse lui ha un po’ di curiosità nei confronti di CL. Forse, fra una start up tedesca in Italia e la vocazione alle energie rinnovabili, è incuriosito dalla compagnia all’opera con soci del calibro di Ambler e De Benedetti. Forse, basta sorseggiare un caffè e far amicizia con il collega forzista. Alla fine, Mattia con la faccia da bravo ragazzo e la laurea a Brescia, rinforzata alla Bocconi, Londra e Pechino firma come deputato Fantinati l’adesione all’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà.
È l’amo. Fra Montecitorio e palazzo Madama si reclutano i fedeli alla linea della Fondazione presieduta da Giorgio Vittadini. Un pentastellato copre l’ultima casella vuota del ventaglio partitico. Fantinati è invitato a Rimini. Diventa il bersaglio degli insulti del popolo di Grillo. Ma lui incassa: ci va al Meeting. E inchioda CL alla croce della verità.