La fiera della fraternità e i fantasmi della compagnia Grandi Opere. Domenica a Rimini si apre l’edizione numero 38 del Meeting di Comunione e Liberazione: diretta Raiuno per la messa celebrata dal vescovo Francesco Lambiasi, mentre alle 15 l’auditorium ospiterà Paolo Gentiloni con Nassir Abdulaziz Al-Nasser, Alto Rappresentante Onu per l’Alleanza delle Civiltà. È solo l’inizio: in calendario 120 appuntamenti, mostre, spettacoli con oltre 300 ospiti e 2.600 volontari. Gran finale sabato 26 con il segretario di stato vaticano Pietro Parolin.

Rimini come sempre sarà la passerella di ministri, Vip dell’economia, testimonial internazionali. Un Meeting con sponsor dichiarati (Intesa, Enel, Wind, Eni, Unipol, Autostrade) e sostenuto dai finanziamenti pubblici (confermati i 130 mila euro di Regione Lombardia). Cl che, di nuovo, scruta l’orizzonte: niente inviti al M5S dopo il clamoroso j’accuse del deputato veronese Mattia Fantinati; solo l’affezionato Roberto Maroni a rappresentare la Lega di Salvini; Fausto Bertinotti (venerdì 25 alle 11) che discute con i giovani su «futuro della tradizione».

Rimossi, invece, gli imbarazzanti conflitti d’interesse con la chiesa o lo stato. Silenzio assoluto su Mauro Inzoli, presidente di Banco Alimentare per 14 anni e figura carismatica di Cl nella Lombardia del «Celeste» Formigoni: condannato in primo grado dal Tribunale di Cremona a 4 anni e 9 mesi per violenza sessuale, il 20 maggio è stato dimesso dallo stato clericale da papa Francesco, sollecitato dalla mamma di uno dei ragazzi vittime di Inzoli.

Poi c’è l’investimento di 92 milioni di euro da parte di Cassa depositi e prestiti (controllata dal ministero dell’economia e presieduta da Claudio Costamagna) nell’acquisto con ristrutturazione di 5 alberghi: beneficiario dell’operazione Graziano Debellini, polesano, ex presidente della Compagnia delle Opere, che guida TH Resorts riconducibile a una società anonima fondata in Lussemburgo dai vertici ciellini del Nord Est. Infine, approda a Rimini la guerra sotterranea quanto sintomatica sul protagonismo nella vetrina mediatica di Cl: da una parte ’don spritz’ Marco Pozza, 38 anni, che la Cei ha scelto per la rubrica tv Le ragioni della speranza; dall’altra Nicola Boscoletto, boss del Consorzio Giotto che sforna i panettoni del papa, perché dal ’91 monopolizza il carcere Due Palazzi di Padova.

Insomma, il Meeting dietro le quinte si rivela ben diverso dalla buona stampa di cui gode grazie alla «fraterna partecipazione» di direttori, opinionisti, firme autorevoli. A Rimini – benedetto da Bersani fin dal 2003 («Solo l’ideale lanciato da Cl negli anni ’70 è rimasto vivo: abbiamo le stesse radici») – è fiorito il «compromesso storico» fra la galassia CdO e la Lega delle cooperative. E dalle tavolate con Andreotti fino ai summit istituzionale del 18 giugno 2013 all’hotel Marriott di Francoforte il presidente italo-tedesco della Cd0 Bernhard Scholz ha intessuto la rete della sussidiarietà in versione business. Dall’Italia all’Europa fino all’Africa e al Sud America gli eredi di don Giussani hanno applicato in grande stile la charity misericordiosa che va di pari passo con i trust finanziari come quello con sede a 280 Parnell Road nel sobborgo finanziario di Auckland in Nuova Zelanda.
Così alla fiera della fraternità ciellina si metteranno a punto le nuove iniziative ispirate dalla stessa vocazione. Archiviata l’esperienza di Consta, l’edilizia ciellina si concentra sul post-terremoto: «Hub San Ginesio» si chiama il laboratorio della ricostruzione in base al protocollo che verrà firmato dal sindaco del comune in provincia di Macerata con CdO Edilizia, CdO Marche Sud, Nomisma e Università di Camerino. Poi spicca l’approdo di Cl nella stanza dei bottoni dell’Istituto di sviluppo atestino, la Spa presieduta da Massimo Tononi che è la cassaforte della Diocesi di Trento con un portafoglio di azioni che parla da solo. Infine, la partita con Bruxelles che si gioca su Horizon 2020, il mastodontico programma Ue che stanzia 80 miliardi a beneficio dei progetti di innovazione e ricerca.

Dunque, l’albero disegnato da Bruno Monaco vanta radici più profonde della settimana intorno al Meeting di Rimini. E l’ammonimento di Goethe che dà il titolo a questa edizione («Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo») è perfetto per Cl: chiesa nella chiesa e sussidiario dell’Italia degli «eletti».