«Abbiamo due casi accertati di coronavirus in Italia». L’annuncio del premier Giuseppe Conte arriva a tarda sera, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro della Salute Roberto Speranza. Si tratterebbe di due turisti cinesi in visita nel nostro paese. «Per domani mattina ho convocato un Consiglio dei ministri nel quale adotteremo ulteriori misure in modo da mettere tutte le strutture competenti a disposizione, ivi compresa la protezione civile», ha aggiunto Conte. Precisando che sono in corso «attente verifiche per ricostruire il percorso» dei due turisti, «per isolare i loro passaggi ed evitare assolutamente qualsiasi rischio di ulteriori contagi».

Una brutta notizia, se confermata. Al termine di una giornata che fino a quel momento era stata caratterizzata dalla psicosi collettiva sulla nave da crociera Costa Smeralda al porto di Civitavecchia per una coppia proveniente da Hong Kong febbricitante a bordo. Lunghe ore di tensione e di bisticci istituzionali, con il sindaco leghista Ernesto Tedesco che a metà pomeriggio aveva detto no allo sbarco dei passeggeri nonostante l’autorizzazione dalla Sanità Marittima. «Siamo preoccupati e anche i lavoratori che devono procedere allo sbarco lo sono», aveva dichiarato. Il blocco del sindaco – viziato dai «sequestri» salviniani – era rimasto nonostante i primi test sui due casi sospetti di Coronavirus fossero risultati negativi in seguito ai controlli dell’Istituto Spallanzani di Roma.
I due, provenienti da Macao, erano stati posti in isolamento in ambienti separati dello spazio sanitario della nave. La coppia, salita a Savona alcuni giorni fa, era arrivata da Macao a Malpensa il 25 gennaio.

Prima di attraccare a Civitavecchia, Costa Smeralda aveva fatto tappa a Marsiglia, Barcellona e Palma di Maiorca. Il diario di bordo dei crocieristi, i pochi fortunati riusciti a prendere internet, era stato affidato ai social. «Siamo bloccati in nave Costa senza sapere il motivo (ufficialmente)», si leggeva in un tweet poco prima della salita dei medici a bordo. Persone sfiancate che affollavano gli spazi con i propri bagagli e foto delle forze dell’ordine sulla banchina scattate dall’alto. E nelle ore la paura lasciava il passo alla psicosi. «Molti orientali indossano le mascherine, prendiamo i pasti tutti insieme negli spazi comuni. Non ci sono stoviglie monouso». Nelle tv della hall, per evitare allarmismi, nessuna informazione: «Nelle sale le tv trasmettono pubblicità, noi vorremmo vedere i tg e capire che cosa succede».