In teoria sarebbe tutto pronto da giorni, in pratica l’astronave di Civitanova ancora non riesce a partire. L’avveniristico Covid Center realizzato da Guido Bertolaso e dall’Ordine di Malta, infatti, non è solo sprovvisto di pazienti (di ricoverati in terapia intensiva ne sono rimasti sedici in tutte le Marche), ma anche di personale. Ed è proprio quest’ultimo il nodo più difficile da sciogliere per il presidente Luca Cerscioli (Pd), che oggi sul punto è atteso in un difficile match con i sindacati. Il bando per reperire medici e infermieri su base sostanzialmente volontaria, con orario di lavoro in aggiunta rispetto al proprio turno in ospedale, non ha sortito gli effetti sperati e così si è cercato di obbligare le varie aziende sanitarie territoriali a trovare qualcuno disposto a lavorare anche a Civitanova.

Sul fronte medico, poi, c’è da registrare la rivolta degli anestesisti: in 232 (su meno di 300), infatti, hanno firmato un appello per dire no a ogni trasferimento dalla propria pianta organica a Civitanova, oltre ad aver espresso fortissime perplessità sullo spostamento dei pazienti dalle altre strutture in cui sono attualmente ricoverati. «Trasferirli da ospedali sicuri ad uno che non sappiamo se possa rispettare i criteri di sicurezza adeguati in un periodo che ormai è palesemente al di fuori dell’emergenza, è da irresponsabili», dicono gli anestesisti.

Così, mentre a Milano l’ospedale in Fiera va verso la chiusura con tanto di strascico giudiziario in arrivo e molte tensioni tra il presidente Attilio Fontana e il superconsulente Bertolaso, il sospetto da queste parti è che il Covid Center sia nato già moribondo. Particolare di non secondaria importanza se si pensa al costo dell’operazione: 12 milioni di euro raccolti dall’Ordine di Malta e solo in parte frutto di donazioni private, visto che ben 5 milioni sono stati scuciti dalla Banca d’Italia e che la Regione, comunque, ha stanziato direttamente 250mila euro per «l’ottimizzazione della nuova struttura» e già ha pronti altri 4 milioni per pagare stipendi e utenze, da aggiungere ad ulteriori 2 che serviranno per il futuro smantellamento del tutto. Il conto finale, a occhio e croce, potrebbe così lievitare addirittura fino a 20 milioni di euro.

In questa lotta dai mille risvolti Ceriscioli è ormai solo: in scadenza di mandato e sicuro non ricandidato. All’inaugurazione dell’astronave, avvenuta la settimana scorsa, pur invitati, erano assenti sia il ministro della Salute Roberto Speranza sia quello agli Affari Regionali Francesco Boccia. Quello che più preoccupa il presidente marchigiano, però, è che non si è fatto vedere nessuno nemmeno dal Pd regionale: un segnale eloquente della volontà di voltare pagina dopo cinque anni vissuti pericolosamente, tra la mai risolta emergenza sisma e una tentata riforma sanitaria che, purtroppo, durante la pandemia ha mostrato i suoi profondissimi limiti. Macigni enormi sulla già tortuosa strada per la vittoria delle regionali in programma per l’autunno.