«Condivido tutto quello che Cofferati ha detto. Al 101 per cento, un numero che torna sempre buono nel periodo in cui si deve eleggere un presidente della repubblica. In Liguria c’è una questione morale che forse diventa penale, se le denunce andranno avanti». Pippo Civati, che aveva sostenuto l’ex leader Cgil nella corsa delle primarie, resta al suo fianco, insieme a molti dei suoi sostenitori che oggi, dopo la sconfitta, lo invitano a candidarsi lo stesso. Per Civati è presto per parlare di candidature, ma è il momento di parlare del Pd. «Ma soprattutto in Liguria c’è una questione politica. In questi giorni abbiamo sentito esponenti della maggioranza del Pd teorizzare che gli imbucati (gli elettori e i dirigenti delle destre che hanno partecipato alle primarie, ndr) hanno deciso la coalizione in Liguria. Su questo Renzi in direzione ha pronunciato parole liquidatorie. Raffaella Paita e Roberta Pinotti erano quasi risentite delle accuse, hanno chiesto persino di ritrattare gli interventi critici. Quindi io sto con Cofferati. Penso che le persone che si sono riconosciute nella mia mozione decideranno di non partecipare alla campagna della Paita, almeno come primo passo, chiamandosi fuori da un’operazione che non li rappresenta».

Dunque farete un’altra lista?

Il resto seguirà. Vedremo cosa deciderà la maggioranza.

La questione è limitata alle primarie liguri o sta parlando del Pd nazionale?

C’è un problema gigantesco che non si limita al quadro regionale, e che riguarda un esponente non ’civatiano’, ma che un anno fa sostenne Cuperlo. Quindi la frattura è doppia. Non è ’il solito che se ne vuole andare’, come si dice di me. Ora bisogna capire se lo spazio politico a sinistra dell’attuale Pd, che è sempre più grande, e che in Liguria forse è doppio rispetto alla media nazionale, si riesce a organizzare.
Cofferati ha avuto posizioni dure sul jobs act. Da eurodeputato non ha votato per Junker. Eppure non era considerato un potenziale scissionista, almeno fino a ieri. Il suo strappo è l’inizio di una scissione?
Cofferati ha detto che non vuole costruire un altro partito ma che non riesce a stare più nel Pd. Più che una scissione, questa è una rappresentazione di disamore. Non un fastidio ma un problema gigantesco del Pd. È la stessa maniera in cui lo vivo anch’io. A me non dispiace di votare contro le decisioni del partito, quando mi succede in parlamento, per ragioni di cavalleria, ma perché perché è esattamente quello che farei da semplice elettore.

Ora Cofferati sbatte la porta. Chi resta nel Pd e non accetta di votare Paita andrà incontro a sanzioni disciplinari o all’espulsione?

Spero di no, sarebbe il solito riflesso sovietico di quelli che volevano mandare via i sovietici. Chi non partecipa a un’elezione non può essere espulso. Forse lui stesso non rinnoverà la tessera. Quello che è successo io lo chiamo voto di scambio: entra la destra esce la sinistra. A Renzi va bene così?

Il segretario Renzi, quando venerdì ha dichiarato chiuso il caso ligure, ha sottovalutato le proporzioni della vicenda o l’ha voluta nascondere visto che la sua priorità di questi giorni è l’elezione del capo dello stato?

Renzi non è buono e scemo, è cattivo ma molto intelligente. Ha fatto una scelta politica.

Una scelta politica a favore delle larghe intese in Liguria?

Per forza. La ministra Pinotti in direzione ha detto: la vera alleanza è quella con cui governiamo a Roma, Sel non c’è e invece c’è l’Ncd. Pinotti è un ministro del governo. Se uno fa il presidente del consiglio, il segretario di partito e il capo del mondo poteva dirle: non sono d’accordo. Anche Debora Serracchiani ha detto ’ Cofferati si rassegni’. Va bene, ci rassegneremo in molti.

Cioè voterà per un’altra lista?

Intanto ci autoescludiamo dalla campagna politica per Paita. Se poi voteremo un’altra lista lo decideremo noi, non i twittatori disperati.